Tra diritti umani e distensione.

Umberto Tulli

Tra diritti umani e distensione.

L'amministrazione Carter e il dissenso in Urss

Convinto che la campagna per i diritti umani e il dialogo bipolare non fossero in antitesi, bensì complementari e interdipendenti, il presidente Carter sembrò seguire una strategia all’insegna della fermezza e dell’open diplomacy nei confronti delle violazioni sovietiche, ma trovò ben presto la condanna dell’Urss, che lo spinse a rivedere la propria politica e a fronteggiare nuove critiche in patria.

Edizione a stampa

32,00

Pagine: 256

ISBN: 9788820421892

Edizione: 1a edizione 2013

Codice editore: 1581.14

Disponibilità: Discreta

Pagine: 256

ISBN: 9788820458904

Edizione:1a edizione 2013

Codice editore: 1581.14

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Informazioni sugli e-book

Il presidente Carter non definì mai una politica specifica per i dissidenti sovietici. Eppure, questi si ritrovarono al centro della sua azione diplomatica. Questa prominenza dipendeva dagli impegni assunti in campagna elettorale, dall'attenzione del pubblico americano e del Congresso verso la questione dei diritti umani in Urss, e soprattutto dal fatto che, sul problema dei dissidenti, si intrecciavano le due principali iniziative della Casa Bianca: la politica dei diritti umani e quella di distensione.
Per Carter, la campagna per i diritti umani e il dialogo bipolare non erano in antitesi, bensì complementari e interdipendenti. Da una parte, infatti, la critica rivolta ai sovietici per le violazioni dei diritti umani avrebbe permesso alla Casa Bianca di legittimare la distensione e la politica per il controllo degli armamenti agli occhi dei tanti critici conservatori che denunciavano la distensione come una nuova forma di appeasement. Dall'altra, la distensione fu immaginata come la cornice necessaria per il reale avanzamento dei diritti umani in Unione Sovietica: senza il dialogo bipolare, gli Stati Uniti non avrebbero potuto fare nulla per favorire la diffusione delle libertà fondamentali in Urss. Proprio per questo, Carter sembrò seguire una strategia all'insegna della fermezza e dell'open diplomacy nei confronti delle violazioni sovietiche. Tale scelta, però, trovò presto la condanna da parte dell'Urss, spingendo il Presidente a rivedere la propria politica e a fronteggiare nuove critiche all'interno degli Stati Uniti.

Umberto Tulli svolge attività di ricerca presso la facoltà di Scienze Politiche "Roberto Ruffilli" dell'Università degli Studi di Bologna (sede di Forlì). Ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca nel 2011 presso l'Istituto Italiano di Scienze Umane (Napoli).



Mario Del Pero, Prefazione
Sigle ed abbreviazioni
Introduzione
Ringraziamenti
Gli anni Settanta e la scoperta dei diritti umani
(Un supporto ambiguo. Gli Stati Uniti ed i diritti umani, 1945-1968; "A Sentimental Nonsense". Kissinger ed i diritti umani; "Onda del futuro" e "tradizione americana". I diritti umani nella sfida liberal al realismo kissingeriano; Una "distensione dal volto umano". Henry Jackson e la critica neocon alla distensione; Conclusioni: un fenomeno raro come un'eclisse)
Carter e le elezioni del 1976
(La nascita della commissione Helsinki; Diritti umani e distensione nelle primarie; All'ombra di Brzezinski; Conclusioni: la vittoria dei diritti umani)
Fermezza all'estero e consensi all'interno. 1977-1978
(Rilanciare la distensione attraverso la critica all'Urss; Ricostruire il consenso. Le reazioni interne alla politica di Carter; Le reazioni sovietiche ed il fallimento del vertice di Mosca; I dubbi europei; Le divisioni all'interno dell'amministrazione; Definire la politica per i diritti umani e per le relazioni bipolari; Gli Stati Uniti e la conferenza di Belgrado; Conclusioni)
Rispondere alle critiche: la scelta a favore della quiet diplomacy
(Una campagna antisovietica. Le critiche liberal e realiste alla politica dei diritti umani di Carter; Stabilizzare la distensione per promuovere i diritti umani; Le difficoltà della quiet diplomacy: il Corno d'Africa, la bomba al neutrone e la stagione dei processi; Conclusioni)
Il trionfo dei critici: il ritorno alla quiet diplomacy, la firma degli accordi Salt II e l'invasione sovietica dell'Afghanistan
(Una nuova quiet diplomacy per migliorare le relazioni bipolari; Problemi interni I: le Ong di fronte alla quiet diplomacy; Problemi interni II: le reazioni del Congresso; L'invasione sovietica dell'Afghanistan e la fine della distensione; La campagna per i diritti umani dopo l'Afghanistan)
Conclusioni
Conclusioni
Bibliografia
Indice dei nomi.

Contributi: Mario Del Pero

Collana: Storia internazionale dell’età contemporanea

Argomenti: Storia politica e diplomatica

Livello: Studi, ricerche

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