I commercianti e i primi anni della Repubblica (1946-1951)

Davide Baviello

I commercianti e i primi anni della Repubblica (1946-1951)

I problemi economici, la cultura e la riorganizzazione dei commercianti sullo sfondo degli eventi politici che contrassegnarono i primi anni della Repubblica. Un momento di profonda incertezza per il ceto commerciale, assalito dalla paura di perdere il proprio ruolo economico nella società. L’opera pone in risalto inoltre l’arretratezza della distribuzione commerciale nel dopoguerra, attraverso la comparazione con gli altri Paesi occidentali.

Printed Edition

27.50

Pages: 288

ISBN: 9788856805253

Edition: 1a edizione 2008

Publisher code: 1792.129

Availability: Discreta

Pages: 288

ISBN: 9788846494863

Edizione:1a edizione 2008

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"Repubblica significa governo di popolo ma non massa tumultuosamente scagliata al sovvertimento dell'ordine sociale". Queste parole, usate dai rappresentanti dei commercianti italiani pochi giorni prima che si svolgesse il referendum del 2 giugno 1946 e si eleggesse la Costituente, esprimevano la preoccupazione che serpeggiava nel ceto commerciale di fronte alle possibili conseguenze di un nuovo assetto istituzionale. L'avvento della democrazia stava alimentando nei commercianti una profonda incertezza per il loro futuro. Convinti di subire l'ostilità tanto del potere politico quanto della popolazione, furono assaliti dalla paura di perdere il proprio ruolo economico nella società.
I commercianti e i primi anni della Repubblica rappresenta una novità nel panorama storiografico.
L'Autore affronta un campo di studi finora quasi del tutto inesplorato, offrendo un originale tipo di ricerca multidisciplinare, dove sono analizzati i problemi economici, la cultura e la riorganizzazione della categoria sullo sfondo degli eventi politici che contrassegnarono i primi anni della Repubblica. Parte di un lavoro più ampio, che vuole contribuire a gettare luce sulle radici storiche e sociali dei limiti alla democrazia e alla modernizzazione economica in Italia, l'opera pone in risalto l'arretratezza della distribuzione commerciale nel dopoguerra, attraverso la comparazione con gli altri Paesi occidentali. Il sistema distributivo italiano mostrava caratteristiche più simili al resto dell'Europa meridionale che agli altri Stati fondatori della Comunità Europea e appariva lontano dai modelli prevalenti nell'Europa del nord e negli Stati Uniti.

Davide Baviello, dottore di ricerca in Storia moderna e contemporanea, collabora con le cattedre di Storia contemporanea e Storia dell'Europa contemporanea presso l'Università degli Studi di Firenze. È autore di saggi e recensioni sulla storia del commercio e dei consumi. Di prossima pubblicazione la sua più recente ricerca, Storia del commercio nell'Italia del miracolo economico.



Mario G. Rossi, Prefazione
Introduzione
Il sistema distributivo italiano
(Consumi e settore alimentare; Caratteristiche della distribuzione commerciale italiana e conseguenze sfavorevoli per i consumatori; La distribuzione commerciale italiana e gli effetti negativi sui commercianti; Proporzioni degli occupati nel commercio in Europa; Confronto con gli altri Paesi sull'innovazione dell'apparato distributivo; La piccola attività commerciale in Italia: la sua assoluta prevalenza rispetto agli altri Paesi dell'Europa occidentale ed i suoi elementi distintivi; Le ragioni relative al mancato sviluppo della grande distribuzione e all'aumento dei piccoli negozi)
La riorganizzazione della categoria
(La nascita della nuova Confederazione Generale Italiana del Commercio; La scelta del presidente e le caratteristiche del personale dirigente confederale; Le Associazioni territoriali e di categoria e la riorganizzazione della Confederazione nazionale; Mobilitazione e partecipazione sindacale dei commercianti italiani; L'adesione a forme di associazionismo economico)
Funzione economica e relazioni sociali dei commercianti italiani
(La posizione sociale dei commercianti italiani e la convinzione di essere vittime di una costante ostilità da parte dello Stato e della società circostante; La polemica contro le Cooperative di Consumo e gli altri enti extra-commerciali; L'avversione alla politica governativa sugli organismi extracommerciali e all'attività degli Enti Comunali di Consumo; Il timore per il ruolo dei Consorzi Agrari e per l'indebolimento della funzione economica del ceto commerciale; La composizione della forza lavoro nel commercio al dettaglio e le relazioni sindacali; Il rapporto con le altre parti sociali; Il ruolo della donna nel commercio)
Valori sociali e politici del ceto commerciale
(L'atteggiamento verso gli interessi generali della società; L'insofferenza nei confronti dei provvedimenti legislativi di carattere sociale; Il sistema di valori prevalente nella classe commerciale; I fattori di consenso al regime fascista; Le contraddizioni nel rapporto con il fascismo ed il persistente spirito antisocialista e antistatalista)
I rapporti con i partiti e con le nuove istituzioni repubblicane
(Le elezioni del 2 giugno 1946 e la nascita della Repubblica; Le elezioni politiche del 1948 e l'attentato a Togliatti; L'atteggiamento della Dc e del Pci verso il settore distributivo; La posizione nei confronti delle istituzioni dello Stato e la richiesta di costruire il Ministero del Commercio; Rapporti con il Governo; L'evoluzione della legislazione commerciale e l'anomalia del caso italiano; Il protezionismo politico verso i piccoli negozianti; L'opposizione alla proposta di abolire le licenze di commercio)
La Confcommercio e la politica economica nei primi anni del dopoguerra
(Principali istanze economiche della Confcommercio; La disapprovazione dell'intervento statale nell'economia e la polemica sulla questione dei prezzi; Le proteste contro l'imposizione fiscale; La politica finanziaria ministeriale verso il settore del commercio; Le dimissioni di Amato Festi)
Conclusioni
Fonti
Indice delle tabelle, dei grafici e dei nomi.

Contributors: Mario G. Rossi

Serie: Temi di storia

Subjects: Economic History - History of Culture and Costume

Level: Scholarly Research

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