Sempre più ricorrente oggi è l'ipotesi che vede impossibile il superamento dell'attuale stato della città utilizzando quelli che sono gli schemi tradizionali di approccio. In particolare sempre più impotenti appaiono le ipotesi di partecipazione, di programmazione e di efficienza tecnologica; miti ed illusioni ampiamente pubblicizzare, ma segno anche di una decadenza incontestabile del modello. E tutto questo nel momento nel quale I vecchi miti di razionalità e di tecnologia vengono meno e tutto appare ormai consumato in questa disperata ricerca di possibili aggiustamenti e compromessi con Il passato.

Il problema, dunque, oggi è quello di fare uno sforzo riimaginativo e di creatività; e questo in primo luogo - attraverso un diverso modo di leggere i tradizionali concetti di città e di campagna in un nuovo rapporto tra singoli soggetti, sistema complesso ed articolazioni del sociale. Con una rilettura, riinterpretazione e rivalutazione di queste ultime dimensioni come luoghi dì rielaborazione di nuove modalità di efficienza gestionale oltre che di rilancio di quelle che sono le esigenze vieppiù complesse di specificità e di creatività umana.

Riemerge così, secondo modalità estremamente Innovative e nell'ipotesi di uno specifico recupero della attuale degradante realtà, concetti come quello di comunità efficiente. Alla quale l'autore riconosce un ruolo essenziale e veramente innovativo nel quadro di un nuovo rapporto tra centralità urbana e marginalità rurale.