La politica come scienza.

Antimo Cesaro

La politica come scienza.

Questioni di filosofia giuridica e politica nel pensiero di Tommaso Campanella

Edizione a stampa

16,50

Pagine: 112

ISBN: 9788846449795

Edizione: 3a ristampa 2014, 1a edizione 2003

Codice editore: 629.10

Disponibilità: Discreta

La crisi della modernità ha comportato una diversa considerazione delle categorie etiche, giuridiche e politiche. Il connotato comune delle moderne teorie del diritto naturale è da ravvisare nella sostituzione della trascendenza con l'immanenza delle leggi e delle istituzioni politiche, con la conseguente prevalenza della volontà dello Stato sulla voluntas Dei .

La realtà è considerata matura per produrre da sé il giusto e, conseguentemente, anche il cosiddetto obbligo di diritto naturale, emancipandosi dalla sua base teonoma, è fatto scaturire dalla natura stessa delle cose, in uno sviluppo progressivo che lo fa evolvere in legge.

Sul piano politico, lo Stato, risultato della riflessione e del calcolo , opera d'arte e prodotto dell' arte dello Stato e della scienza di governo , ha al suo vertice non più un principe nel senso feudale del termine, ma piuttosto un sovrano indipendente che fa di preferenza affidamento sulla sua intelligenza e sulle sue risorse piuttosto che su principi etici o sulla posizione che gli è affidata da Dio in una società piramidale.

Contro questo processo di secolarizzazione e di autonomizzazione del diritto e della politica si erge Tommaso Campanella, la cui vasta produzione di scritti politici è in larga misura sconosciuta agli studiosi in netto contrasto con l'amplissima diffusione delle numerose edizioni della Città del Sole , che ha finito per avere un effetto addirittura distorcente e riduttivo rispetto all'acutezza e alla profondità di pensiero del filosofo di Stilo.

Campanella riprende il concetto (già abbandonato da Duns Scoto e da Guglielmo di Ockham) di lex aeterna come radice unica e ineliminabile di ogni diritto e di ogni attività legislativa. E se in Gregorio da Rimini la lex aeterna era da intendersi come recta ratio , è proprio sul concetto di ratio che si concentra l'attenzione del filosofo di Stilo, volta a sottolineare una distinzione gerarchica tra ratio humana e Ratio divina e una dipendenza dell'una dall'altra non solo in sede teorica ma anche pratica, dal momento che l'uomo possiede una ragione partecipata per mezzo della quale è costituito ut ens rationale.

Negando l'oggettivismo autonomo dei valori e ricollegandosi, probabilmente in modo inconsapevole, alle teorie di alcuni dei più insigni rappresentanti della tarda scolastica spagnola, Campanella pone in Dio il fondamento ultimo della legge e dello Stato.

Ribadendo i fondamenti metafisici del diritto e della politica il frate domenicano compiva una vera e propria saldatura tra la dottrina etico-giuridica e il resto del suo sistema filosofico; con ciò, però, il pensiero campanelliano, evolvendo in maniera affatto originale (una originalità scaturente da un totale anticonformismo rispetto alle maggiori scuole di pensiero che andavano affermandosi quali antesignane della modernità) nel panorama filosofico del primo Seicento, sanciva la sua condanna all'oblio e rafforzava, nel contempo, l'immagine di un pensatore continuamente in bilico tra due epoche, formatosi alla scuola di Telesio (e perciò desideroso di studiare la natura iuxta propria principia ) ma ancora attratto dal profetismo, dalla cabala e dall'astrologia, tanto da suscitare la facile ironia dei suoi contemporanei.

Antimo Cesaro (Napoli 1968), dottore di ricerca in Filosofia politica presso l'Istituto di Studi Politici S. Pio V di Roma, già membro del Consiglio Nazionale dei Beni Culturali e docente a contratto presso la Facoltà di Giurisprudenza della II Università degli Studi di Napoli, è attualmente titolare di assegno di ricerca presso l'Università degli Studi del Molise per uno studio su La filosofia giuridica nell'età della Controriforma ; collabora, inoltre, all'attività didattica presso le cattedre di Filosofia del diritto e Filosofia politica della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università "Federico II" di Napoli. Tra le sue pubblicazioni, oltre a vari studi sul pensiero politico del medio e tardo stoicismo e dell'età del Rinascimento, ha curato l'edizione critica degli Aforismi politici (Napoli 1997) e del De politica (Napoli 2001) di Tommaso Campanella.


Considerazioni introduttive
(Coordinate storiche; Peripatetics notionibus depravati; Lo Stato "opera d'arte")
Il fondamento metafisico
(Teologia politica e politica teologica; Le tre primalità; La toticipazione; La dialettica dell'Uno; La religione naturale)
La scienza politica
(Ego politicam scientiam condidi; Bonum maximum est proprium esse conservatio; De conservatione et gubernatione rerum; Campanella e Machiavelli; Campanella e Aristotele; Le tre influenze magne: Necessità, Fato e Armonia)
De dominio et iure
(Homo hominem specie non superat; La società; Ratio et iustitia; La legge; Triplex est ius; Il legislatore; De correctione et verecondia; Epikeia e ratio Status)
L'escatologia della storia
(Il tempo ciclico; Un gregge e un pastore; La Città del Sole: utopia o eucronia?).

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