LIBRI DI PAOLO FABOZZI

Paolo Fabozzi

Dispiegando margini

Nei dintorni di D.W. Winnicott. E oltre

Il libro ha come fine l’ampliamento della nostra comprensione clinica e teorica, ed è il risultato del modo in cui il lavoro clinico ha portato l’Autore a dialogare in modo personale con i testi winnicottiani. La complessità delle concezioni del playing e dell’uso di un oggetto, la teoria del narcisismo e la sua relazione con la distruttività, la genesi dell’interpretazione e il ruolo della soggettività, l’identificazione di una nuova forma di controtransfert, alcune manifestazioni cliniche dell’inconscio non rimosso, sono le tematiche esplorate in questo volume.

cod. 1422.52

Alessio Ciardi

Tempo e realtà

Dialoghi psicoanalitici

Il volume propone un possibile dialogo tra diversi saperi su alcune questioni centrali della clinica e il loro rapporto con la storia e le storie individuali. L’intento è quello di mettere in gioco le varie dimensioni temporali implicate nei processi di significazione e risignificazione di un’esperienza.

cod. 1950.2.15

In questo libro l’autore affronta un tema centrale della psicoanalisi: l’interpretazione. Dalle origini freudiane, kleiniane, agli autori e ai contesti più recenti: da Winnicott a Bion, agli autori postbioniani, alla nebulosa dell’intersoggettività, evolutiva e adulta.

cod. 1422.32

Paolo Fabozzi

Forme dell'interpretare

Nuove prospettive nella teoria e nella clinica psicoanalitica

La costruzione e la definizione della realtà psichica, l’analisi del legame, la modulazione del transfert e il ruolo dell’ambiente primario, l’uso della persona dell’analista, l’esperienza dell’essere e del senso di sé, la soggettività e l’interfantasmatizzazione, la tecnica: sono questi alcuni dei nodi e delle problematiche teoriche e cliniche attraversate dalla questione dell’interpretazione, che i saggi raccolti in questo volume propongono al lettore.

cod. 1215.1.17

Gli autori sottolineano il fatto che negli ultimi tre decenni si è assistito molto spesso ad un passaggio dalla metodologia di ricerca empirica a quella psicoanalitica senza alcuna consapevolezza di quelle che in filosofia della scienza si chiamano «regole di corrispondenza regole che disciplinano le eventuali ibridazioni fra due diversi ambiti scientifici. Essi auspicano un confronto nei termini di una reciproca fertilizzazione che non stravolga, in nome di una supposta rifondazione su "inequivocabili" dati empirici, il nucleo essenziale della psicoanalisi, cioè l’esistenza dell’inconscio. Tale rischio si palesa soprattutto con il bambino competente costruito dall’infant research, un bambino fondamentalmente privo di inconscio. Il rischio è che l’oggetto e la metodologia delle ricerche empiriche deformino la psicoanalisi, che sembra allora doversi occupare non più di quanto viene difensivamente escluso, rimosso o scisso dalla coscienza, ma piuttosto di una varietà di procedure mentali implicite organizzate automaticamente: in questo caso la trasparenza soggettiva sostituirebbe ingiustificatamente l’individuazione delle determinanti inconsce. Rinnovare l’inscindibilità dell’intreccio freudiano tra teoria, metodo e cura costituisce quindi la possibile strada da percorrere e da esplorare per rendere euristica una definizione di specificità della psicoanalisi.