Durante il lockdown, il lavoro da remoto è divenuto il “nuovo modo” di lavorare. Le soluzioni adottate, repentinamente e spesso senza una adeguata preparazione, rappresentano, per gli studiosi di organizzazione, una preziosa opportunità di esplorare questioni molto rilevanti. In questo articolo si affrontano i temi dell’inclusione e dell’isolamento. Nello studio, i risultati del lavoro a distanza vengono analizzati in modo integrato rispetto alle pratiche manageriali derivanti dalla sua adozione ed il focus è sulle relazioni tra alcune delle dimensioni relati-ve all'attuazione – strumenti di coordinamento e controllo e processi di supporto sociale – e le percezioni di isolamento e/o inclusione da parte dei dipendenti. I dati analizzati sono stati raccolti attraverso un'indagine quantitativa, effettuata subito dopo la fine del primo lockdown (marzo-maggio 2020) su un campione di 254 lavoratori da remoto inseriti in contesti strutturati gerarchicamente. I risul-tati dell'analisi mostrano che sia gli strumenti di coordinamento e controllo dei risultati, sia il supporto organizzativo e quello dei colleghi rafforzano il senso di appartenenza, orientando positivamente il rapporto tra esperienza di lavoro a distanza e percezione di inclusione. La ricerca ribadisce la criticità delle scelte di progettazione dei sistemi di coordinamento e controllo nel favorire alti livelli di inclusione, ma allo stesso tempo evidenzia i limiti dell'azione progettuale, che ne-cessita di essere integrata da uno sforzo volto a promuovere il supporto sociale sul lavoro.