Comunicazione di pubblica utilità

Direzione: Stefano Rolando

Un ampio perimetro disciplinare si presenta all’incrocio tra saperi tradizionali (la storia, il diritto, l’economia, le scienze sociali, eccetera) e gli sviluppi (contenuti e tecnologie) dell’informazione, della comunicazione e delle attività relazionali che hanno come fonti le istituzioni, i soggetti sociali e associativi, il sistema politico e, più ampiamente, chi si propone di rappresentare i diritti, valori e interessi generali.
La "pubblica utilità" vede, dunque, convivere fonti pubbliche e private individuando una propria specificità. Sia rispetto alla comunicazione d’impresa orientata centralmente al mercato, sia rispetto al pianeta mediatico. Costituendo così un terzo significativo ambito presidiato dal mondo professionale, dagli operatori della formazione e da una elaborazione teorica che ha sviluppi importanti dal "locale" al "globale".
La collana nasce dalla duplice spinta a sviluppare un accompagnamento scientifico a Rivista italiana di comunicazione pubblica - edita da Franco Angeli e animata da una vasta comunità di studiosi e operatori - e a costituire un riferimento per gli approfondimenti di ricerca, soprattutto orientati alla settorialità e alla specializzazione disciplinare della rete di docenti di questa materia e di materie affini, di cui la Rivista è espressione

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La Pubblica Amministrazione attualmente non investe sulle persone, non sa organizzarsi, non sa pianificare il futuro perché è portatrice della monocultura giuridica ereditata dalla storia. Per cambiare non servono decreti o tagli di spesa indiscriminati, bensì capire la cultura dell’apparato, che coinvolge 3,5 ml di impiegati, per poi ribaltarne il senso d’essere e attualizzare la sua funzione in direzione dei servizi da offrire al cittadino.

cod. 229.12

Margherita Drago

Verona

La comunicazione al servizio dei cittadini e dello sviluppo

cod. 229.5