Identità visive

Jean-Marie Floch

Identità visive

Waterman, Apple, Ibm, Chanel, Ikea e altri casi di marca

A vent’anni dalla sua prima pubblicazione in Italia, Identità visive è un testo ancora molto valido e attuale che riflette il grande valore del suo autore, studioso eclettico e “rivoluzionario”, capace di spaziare dai concetti teorici più sofisticati alle loro applicazioni in ambiti particolarmente concreti come quelli del marketing e della comunicazione d’impresa. Un lavoro da cui pubblicitari e studiosi di comunicazione non possono prescindere.

Edizione a stampa

30,00

Pagine: 212

ISBN: 9788891741431

Edizione: 2a edizione, nuova edizione 2016

Codice editore: 640.17

Disponibilità: Buona


A vent'anni dalla sua prima pubblicazione in Italia, Identità visive è un testo ancora molto valido che merita ampiamente una nuova edizione. Un testo che invita a una lettura duplice: strettamente intellettuale, di sofisticata riflessione teorica, ma anche empirica ed operativa, perché in grado di esaminare problematiche di concezione, di coerenza o di percezione di identità visive della più svariata natura.
E duplice, anzi molteplice, è anche l'applicazione della semiotica qui suggerita ed esercitata: non disciplina "tuttologica" e presuntuosa, ma attrezzo da bricoleur in senso proprio, indispensabile per comprendere e governare gli insiemi complessi di segni e le loro ragioni; attraverso l'analisi dei casi relativi a importanti marche aziendali - per le quali l'identità visiva rappresenta una dimensione particolarmente significativa - Floch mostra infatti come i significati si producano nella cultura sociale mediante una combinazione e una rielaborazione di segni preesistenti.
Un libro dunque attuale che riflette il grande valore del suo autore, studioso eclettico e "rivoluzionario", capace di spaziare dai concetti teorici più sofisticati alle loro applicazioni in ambiti particolarmente concreti come quelli del marketing e della comunicazione d'impresa. Sul funzionamento dell'identità visiva sappiamo ancora poco, ma quel poco lo dobbiamo a questo libro e al pionieristico lavoro di ricerca portato avanti parecchi anni fa da Jean-Marie Floch; un lavoro da cui pubblicitari e studiosi di comunicazione non possono prescindere.

Jean-Marie Floch (1947-2001) è stato un intellettuale di notevole spessore che ha equamente suddiviso il suo impegno tra la ricerca teorica e l'attività di consulenza. Per molti anni ha diretto l'atelier di semiotica visiva del gruppo di ricerche semio-linguistiche (EHESS CNRS) ed è stato professore di Semiotica presso l'Institut d'Etudes Politiques e presso l'École Supérieure des Sciences Economiques et Commerciales di Parigi. È stato inoltre directeur-conseil di Creative Business International. Oltre a questo testo, nei nostri tipi abbiamo recentemente pubblicato Bricolage. Analizzare pubblicità, immagini e spazi (2013).

Vanni Codeluppi, Presentazione
Introduzione. Dal design al bricolage
Due gemelli così diversi, così simili. L'identità secondo Waterman
(La segmentazione dell'annuncio; L'analisi narrativa della lettera: i destini incrociati; La fotografia, come contro-dono della stilografica; "Io" sarebbe un semiotico?; Un'apertura alla problematica dell'identità)
La via dei logo. Il faccia a faccia dei logo Ibm e Apple
(Le invarianti plastiche dei logo Ibm e Apple; I "messaggi" dei due logo; 1984 e 1984; Un curioso fenomeno semiotico; Ricchezza delle miniere e ricchezza cognitiva; "La figuratività non è mai innocente" A.-J. Greimas; Una storia di righe)
L'Eve e il finocchio delle Alpi. L'emblema aromatico della cucina di Michel Bras
(La delicatezza del finocchio delle Alpi; L'ibrido del finocchio delle Alpi; Una piccola mitologia degli aromi; Cucina e bricolage)
La libertà e il mantenimento. Estetica ed etica del total look di Chanel
(Gli "elementi d'identificazione istantanea di Chanel"; La dimensione propriamente visiva del total look; Visione classica e visione barocca; La visione classica di Coco Chanel; Coco Chanel e Robinson Crusoe; Un'etica del mantenimento)
La casa di Epicuro. I desideri naturali e non necessari di Habitat
(Un buon uso del mobilio; Il naturale e il non-necessario; La ricerca di oggetti curiosi; Una certa forma di prassi enunciativa, un certo stile; "Un biondo generalizzato, scandito da macchie di colori vivaci...")
Il coltello del bricoleur. L'intelligenza in punta di Opinel
(Una lama, un manico, una ghiera; Un eroe della quantificazione; "Quella pellicola di oggetti che costituisce l'insieme più generale dei beni materiali degli uomini"; Soldato o contadino. Ingegnere o bricoleur; L' "ambiente interno" degli Opinelisti)
Bibliografia
Ringraziamenti
Giulia Ceriani, Postfazione.

Contributi: Giulia Ceriani, Vanni Codeluppi

Collana: Impresa, comunicazione, mercato. Nuova Serie

Argomenti: Comunicazione d'impresa e pubblicità

Livello: Textbook, strumenti didattici - Testi per professional

Potrebbero interessarti anche