Critica dell'architettura e design

Direzione: Renato De Fusco

Assunta come titolo-tema di un'intera collana, la parola "critica" ha per noi un valore particolare. Pur essendo legata ad altri concetti ed esperienze, essa va distinta dalla storia, dalle teorie, dalle poetiche, soprattutto dal senso più popolare del "dir male di qualcuno o qualcosa". Non che essa non comporti un giudizio: il suo etimo greco era appunto krino che significava giudico, ma anche distinguo e questa seconda denotazione è alla base della nostra idea di critica. Nella filosofia dell'età moderna il termine critica fu introdotto da Kant per designare il processo attraverso il quale la ragione intraprende la conoscenza di sé; e cioè "il tribunale che garantisca la ragione nelle sue pretese legittime ma condanni quelle che non hanno fondamento"; tale concezione costituiva l'aspirazione fondamentale dell'Illuminismo che, deciso com'era a sottoporre ogni cosa alla critica della ragione, non si rifiutava di sottoporre la ragione stessa alla critica, in vista di determinarne i limiti e di eliminare dal suo ambito i problemi fittizi. Nel Grande Dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia alla voce Critica si legge infatti: "Esame rigoroso a cui la ragione sottopone le cose (e si riferisce in particolare a fatti, notizie, dottrine, istituzioni, opere scientifiche e artistiche) per determinare il loro grado di verità, certezza, bontà, bellezza, anziché accettarle immediatamente così come vengono proposte (dall'autorità, dalla tradizione, dall'opinione comune, ecc.)". Tuttavia, se resta vero che il significato delle parole è quello che esso assume nell'uso della lingua, è altresì innegabile che sia il termine sia la pratica della critica restano ambiguamente divise fra sensibilità e ragione. Se ne ha conferma nella famosa proposizione di Baudelaire, per cui la critica "deve essere parziale, appassionata, politica, vale a dire condotta da un punto di vista esclusivo, ma tale da aprire il più ampio degli orizzonti". Il poeta si riferiva in particolare alla "critica d'arte", ad un campo cioè che ha prodotto una vasta letteratura, tanto da monopolizzare la nozione stessa di critica, divenuta tanto più complessa in quanto, al già problematico termine, si associavano i concetti di "teoria", di "estetica" e di "storia". L'insieme di queste discipline sostanzia la critica ed è funzionale ad essa, in pari tempo non potendo darsi senza la critica, che rimane comunque distinguibile da tutte le altre. Detto diversamente, da un lato, la critica ha bisogno di teorie, storia, esperienza, donde trarre i suoi criteri o canoni, dall'altro, ognuno di questi dev'essere sottoposto al vaglio del pensiero critico.

La collana è articolata in tre sezioni: quella dei classici che raccoglie testi di critica dell'architettura e del design che datano parecchi anni e sono quasi introvabili; quella dei saggi di critica redatti da architetti, storici e critici militanti e quella delle ricerche, riservata ai giovani studiosi, alle loro tesi di laurea, di dottorato, ad altri testi comunque connessi con l'attività universitaria.

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Sergio Pone

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cod. 286.3.2