H. Rickert rappresentante, insieme a W. Windelband, del neokantismo sud occidentale, ha visto gradualmente ridursi l'interesse per i suoi insegnamenti e per le sue elaborazioni teoriche, subendo in questo il destino di tutto il neokantismo, che è da tempo dimenticato e al quale la filosofia dedica ormai solo timide attenzioni retrospettive. Le scienze storiche non fanno ormai più riferimento al patrimonio di idee a suo tempo offerto da Rickert, e quasi tutte le scienze culturali hanno appena un pallido ricordo del filosofo, che pure si era impegnato a sostegno dello statuto epistemologico delle Kulturwissenschaften. La comprensione logica di queste discipline corre oggi, insieme alla teoria della scienza e all'ermeneutica, per strade differenti, che quasi sempre non incrociano quelle a suo tempo aperte da Rickert, del quale ci si limita a ricordare l'importanza per le scienze sociali ed il ruolo svolto nella sociologia di Max Weber. In un certo senso egli non vive più come logico, così come intendeva essere considerato, ma come riferimento delle scienze sociali culminate con Max Weber.
In effetti ciò non dà ragione del ruolo che ancora oggi svolge Rickert nella storia della scienza, soprattutto al fine di comprendere i problemi più attuali che si pongono proprio se ci si confronta con gli esiti della riflessione e della prassi scientifica.
Ad una «rilettura» senza pre-giudizio intende contribuire il volume Rickert tra storicismo e ontologia con il contributo di specialisti italiani e stranieri, i quali attraverso l'analisi interna all'Autore ed il confronto dialettico con le proposte più significative del dopo-Rickert propongono un ripensamento critico, che non si esaurisce nel mero interesse storiografico, ma si apre ad ulteriori e più produttivi sviluppi teoretici.