Ponendo in stretta relazione il sindacalismo rivoluzionario italiano con le sue origini meridionali e l'impostazione liberista dei suoi dirigenti, Gramsci ha lasciato profonde tracce in una storiografia che era così portata a vedere nei sindacalisti i protestatari delle fasce di sottosviluppo escluse dai benefici della politica giolittiana. Pur con le dovute sfumature, il presente studio tende a ridimensionare la visione di tale storiografia tradizionale proprio attraverso la ricostruzione dell'itinerario politico e intellettuale di Enrico Leone (1875-1940), la figura senz'altro più emblematica di quei dirigenti meridionali solitamente considerati gli artefici del presunto meridionalismo e liberismo del 'progetto' sindacalista in Italia.
Avvalendosi di una folta documentazione, l'autore ripercorre, sinteticamente, le varie tappe della vita pubblica del Leone militante e insieme teorico del sindacalismo, avendo sempre cura di inserirle in un quadro più generale. Affiorano in tal modo ricchi e disparati temi: il socialismo napoletano all'apogeo della sua lotta anticamorristica; la problematico meridionalista; la revisione del marxismo; il delicato rapporto fra socialismo, economia pura ed edonismo; la lotta politica all'interno del partito socialista d'inizio Novecento; l'epopea sindacalista rivoluzionaria; le titubanze della neutralità socialista di fronte al conflitto mondiale; l'entusiasmo per la "massima rivoluzione" in Russia; il sindacalismo di fronte al fascismo, ecc.
La parte documentaria riunisce testi politici e teorici di Leone che spaziano tra il 1900 e il 1922.
Willy Gianinazzi (Losanna, 1953) risiede a Parigi dove, nel 1984, ha discusso all'Università di Vincennes una tesi di dottorato su Enrico Leone, diretta da Madeleine Rebérioux. è redattore dei parigini "Cahiers Georges Sorel".