«Due passaggi hanno colpito la mia attenzione. il primo riguarda la frase contenuta nel sottotitolo, sollecitante a una "reinvenzione del presente". Tale frase si associa ad altre consimili nel loro significato. Vedi il capitolo dedicato al tema del "destino di scegliere", vedi, inoltre, il capitolo nel quale si parla della relazione tra il passato e il presente mediata dalla memoria, laddove si distingue tra "memoria ripetitiva" (tradizionalismo) e "memoria ricostruttiva" (reinterpretazione dell'esperienza).
Il secondo passaggio è una ripresa dei temi precedenti, avviati verso la conclusione dell'opera, dove si parla della "esatta misura di responsabilità". Lo riporto parafrasando: "La storia non è una marcia lineare del tempo in direzione di un fine ultimo che si realizza progressivamente; esso è, piuttosto, un succedersi di tempeste che dobbiamo avere il coraggio di attraversare. D'altra parte, noi apparteniamo alla prima delle generazioni future che si trovano a vivere la vita collettiva senza aver contratto sacralmente il giuramento di appartenenza a una cittadinanza recintata a difesa e contro altre cittadinanze diverse. Inoltre, l'azione sociale, che più si addice a tempi di rapido mutamento, è quella che si riscatta dalle illusioni di una storia svolgentesi in una graduale dissolvenza degli eventi conflittivi".
Mi piace pensare che queste due indicazioni, evocative di amichevoli corrispondenze di ragione e sentimento, possono risultare utili come chiave di lettura di questo volume.»
(dalla Presentazione di Antonio Carbonaro)
Arnaldo Nesti insegna sociologia e sociologia della religione all'Università di Firenze. Dirige la rivista "Religioni e Società" e la "lnternational Summer School on Religions in Europe". Tra le sue opere più recenti: I labirinti del sacro (1993), Vita di Palazzo (1994). Ha curato La religione implicita (1994) e European identity and religions diversities in the contemporary changes (1995).