Quale rapporto intrattengono i giovani con i sistemi regolativi e normativi dell'interazione sociale? Come si autorappresentano nella scena sociale allorché questo rapporto è indebolito, confuso e dissolto? Quale "cultura della legalità" essi condividono? Quali prospettive devono assumere i sistemi socio-educativi locali per programmare interventi efficaci di promozione della legalità giusta e democratica? Per rispondere a questi interrogativi, operatori minorili, appartenenti a diverse istituzioni, pongono domande puntuali a un campione di 2035 studenti delle scuole romane in tema di legalità, criminalità organizzata, valori, fiducia nella scuola, nella famiglia, nella politica, nella magistratura, nel governo dell'ordine pubblico. Prendono, così, voce e visibilità gruppi di giovani di diversa età, con diversi curricola di studi, diversi impatti educativi, diversi valori di riferimento, diversi gradi di consapevolezza delle leggi, diverse "culture della legalità", e con diverso grado di fiducia nelle istituzioni. La ricerca individua gruppi di studenti diversi: "legalisti non esposti", "coatti", "ribelli", "impauriti emotivi", "legalisti esposti", "piccoli emotivi", "ingenui", "individualisti-materialisti". Emerge, così, un universo giovanile composito, ricco di risorse e di utopie, attraversato da solitudine morale e da una sfiducia di base verso la realtà circostante senza molte vie d'uscita. Ancora una volta, ritorna alla ribalta il problema della distanza tra paese reale e paese formale che è ancora lungi dall'essere colmata e che affonda le sue radici nel disagio dell'età adolescenziale.
Questa ricerca, che è una prosecuzione del Rapporto 2000 sullo stato della legalità nella scuola romana, è stata realizzata dal Provveditorato agli Studi di Roma in collaborazione con la Commissione Parlamentare Antimafia, la Prefettura di Roma, il Comune di Roma, la Procura della repubblica per i minorenni, il Tribunale per i minorenni, il Centro Giustizia Minorile, l'Ufficio di Servizio Sociale del Ministero di Giustizia, il Comitato Tecnico Provinciale Educazione alla salute, la Consulta Provinciale Studenti e l'Associazione "Libera".