Leon Battista Alberti e l'architettura romana

Giorgio Grassi

Leon Battista Alberti e l'architettura romana

Edizione a stampa

36,00

Pagine: 164

ISBN: 9788846483843

Edizione: 1a ristampa 2018, 1a edizione 2007

Codice editore: 80.34

Disponibilità: Esaurito

Interessato all'architettura più che alla propria opera e alla propria opera in quanto mezzo per una rifondazione dell'architettura, Alberti (1404-1472) vede il suo lavoro come il momento sperimentale di un disegno più grande che riguarda l'esperienza dell'architettura nel tempo; il che lo porta ad esempio a distinguere ciò che è necessario da ciò che è secondario nel progetto e a compiere delle scelte inconsuete in questo senso (fino a disinteressarsi di determinate fasi del progetto e di lasciarle ad altri). È questo un tratto caratteristico dell'opera di Alberti architetto, che del resto gli è stato sempre rimproverato, ma per il quale non può essere usato lo stesso metro usato per gli altri, in quanto si tratta di punti di vista e di obiettivi operativi molto diversi.
Con Alberti nasce un nuovo tipo di architetto, un architetto-sapiente, un architetto-filosofo, pienamente consapevole delle responsabilità e delle difficoltà del suo lavoro, molto diverso però dagli antichi architetti-filosofi, inventori di città e insieme di sistemi sociali. Ad Alberti interessa la città com'è, la città attraverso il tempo: della città e della sua storia gli interessa quello che ancora si può toccare con mano, come la città antica arrivata fino a lui, la città romana e la sua architettura, quella città che attraverso i segni lasciati dal tempo sulla sua forma gli permette appunto di distinguere ciò che è durevole da ciò che è provvisorio, ciò che è importante e perciò permanente da ciò che col tempo si elimina da sé.
Un nuovo tipo di architetto dunque, rimasto però senza seguito, anzi, proprio per questo, visto forse con un certo sospetto dai suoi colleghi: troppo intellettuale per essere anche un buon costruttore (Vasari), troppo esigente e sicuro di sé per circondarsi di collaboratori alla sua altezza. Col risultato quindi di ritrovarsi alla fine rispettato, stimato, fors'anche ammirato dai colleghi, ma pur sempre isolato, per via di questa sua scelta incomprensibile ai più; solitario e lucido interprete della realtà del lavoro che si era scelto, unico fra i contemporanei, unico fra i tanti "artisti" di allora, molto numerosi già a quel tempo. (G.G.)

Giorgio Grassi ordinario di progettazione architettonica alla FdA del Politecnico di Milano, ha insegnato anche alla FdA di Pescara, all'ETS di Valencia, all'EPF di Losanna e all'ETH di Zurigo. Membro d'onore del BDA (Bund deutscher Architekten) e della Internationale Bauakademie di Berlino, per la sua opera ha ricevuto il "Premio de arquitectura de la Comunidad Valenciana" (1985), la "Heinrich Tessenow Medaille in Gold" della Stiftung FVS di Amburgo (1992) e l'"Architektur-Preis Berlin" (2003). Fra i suoi scritti più recenti si ricorda Scritti scelti 1965-1999 (FrancoAngeli, 2000), e fra le pubblicazioni delle sue opere, Giorgio Grassi opere e progetti (Electa, 2004).



Premessa
La città antica ("insigni maestri")
Progettare razionalmente (il calzolaio e l'architetto)
Il disegno e la costruzione ("progettare mentalmente")
La costruzione e i suoi elementi (il muro e la colonna)
La forma incompleta ("moderno senza rimedio").



Collana: Collana di Architettura - fondata da M. Scolari

Argomenti: Teorie e storia dell'architettura - Storia urbana e del territorio

Livello: Studi, ricerche - Saggi, scenari, interventi - Textbook, strumenti didattici

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