Sulla crisi della teologia filosofica nel Seicento.

Anna Minerbi Belgrado

Sulla crisi della teologia filosofica nel Seicento.

Pierre Jurieu e dintorni

Il pensiero filosofico di Jurieu è conosciuto soprattutto attraverso la presenza che se ne ritrova in Bayle, specie a proposito della questione della teodicea. Qui è presentato il suo attacco multiforme ai nemici esterni, anti-cristiani, e agli avversari correligionari, a suo giudizio ancor più pericolosi. Attorno a lui è ricostruita una trama di polemiche che spesso lo ebbero a bersaglio privilegiato. La ricostruzione si giova del ritrovamento d’un testo inedito, preso di mira tematicamente da Jurieu.

Edizione a stampa

21,00

Pagine: 192

ISBN: 9788856800845

Edizione: 1a edizione 2008

Codice editore: 496.1.67

Disponibilità: Buona

La crisi della teologia filosofica diventerà conclamata nel XVIII secolo, da Hume a Kant. Ma le premesse sono già nel precedente, il secolo dei santi, ma anche dei libertini. Un sondaggio, al riguardo, è compiuto, in questo libro, sulla cultura ugonotta a cavallo della revoca dell'editto di Nantes.
Qui si punta sull'avversario di Bayle per antonomasia: Pierre Jurieu, anche in ragione della scarsità degli studi sul suo pensiero filosofico.
In lui, nessuna delle ambiguità dei suoi antagonisti, da Jean Le Clerc a Bayle stesso; bensì la coscienza, quanto mai acuta, e dichiarata, dell'insuperabilità delle aporie che, da un punto di vista razionale, minavano quell'immagine di Dio che peraltro egli difendeva disperatamente, contro tutti coloro che ne attenuassero la sovranità assoluta rispetto al mondo e, in particolare, all'uomo. La consapevolezza che non c'era via di mezzo praticabile fra il Dio d'Agostino e il dio d'Epicuro - com'egli s'espresse una volta - non toglieva che del Dio di Agostino, e suo, egli additasse con lucidità insuperabile quanto riconosceva inaccettabile dalla ragione umana.
Il pensiero filosofico di Jurieu è conosciuto più che altro indirettamente, attraverso la presenza che se ne ritrova in Bayle, soprattutto a proposito della questione della teodicea. Ma qui è presentato il suo attacco multiforme, ed ossessivo, ai nemici esterni, anti-cristiani, e agli avversari correligionari, a suo giudizio ancor più pericolosi. Attorno a lui è ricostruita una trama di polemiche che spesso lo ebbero, talora apertamente talora in modo sotterraneo, a bersaglio privilegiato; da parte di personaggi che, peraltro, divergevano altrettanto fra loro. A conferma che la crisi della teologia razionale era, ed era sovente percepita, come insanabile.
La ricostruzione si giova anche del ritrovamento d'un testo inedito, preso di mira tematicamente da Jurieu.

Anna Minerbi Belgrado insegna Storia della filosofia presso l'Università degli Studi di Pisa. Ha lavorato su d'Holbach, su Hume, sulla teoria del linguaggio di Hobbes. L'ultimo libro che ha pubblicato è L'avènement du passé. La Réforme et l'histoire (H. Champion, 2004).



Premessa
La discesa in campo
Dietro al "Traité de la nature et de la grâce"
(Sedan, fine anni Settanta; Da Ginevra a Orléans e a Sedan, fine anni Settanta; Il primo incontro con Malebranche; Libero arbitrio e imputabilità del peccato)
All'indomani di Sedan
(Una nuova immagine del socinianesimo; Il secondo incontro con Malebranche)
Ai margini del cristianesimo
(Reticenze e dissimulazioni; Opposizioni e convergenze)
L'autore del peccato
La minaccia dello scetticismo
(Il principio della fede: dalle lezioni di Sedan al "Veay Système": Il principio della fede: la "Défense de la doctrine universelle de l'Eglise"; Prove di fatto e divinità della Scrittura)
Appendice
(Isac Papin, De la providence et du concours immédiat)
Indice dei nomi.

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