Libertà e dominio nei luoghi di lavoro. Un tema che non ha trovato negli ultimi anni una adeguata attenzione, mentre si è affermata una immagine virtuale dell'impresa, una sorta di scatola nera, imperscrutabile al suo interno, soprattutto alleggerita dai rapporti di potere che la attraversano e da quei processi organizzativi e sociali che generano disuguaglianze ed estraniazione.
La riflessione dell'autore si muove nella direzione opposta. L'organizzazione del lavoro è l'oggetto di una analisi che si dispiega lungo la traiettoria storica che parte dalla crisi del taylor-fordismo per approdare ai nuovi modelli della produzione snella e dell'organizzazione modulare.
Emerge una proposta di lettura dei rapporti di potere nell'organizzazione del lavoro che, supportata da due studi di caso, incrocia contributi eterogenei; la nozione marxiana di lavoro vivo, la teoria economica dei contratti, la conoscenza come posta in gioco del conflitto, nel quadro di un approccio che guarda ai soggetti come ad attori strategici, come enfatizzato dalla scuola francese di Crozier.
L'organizzazione del lavoro non è solo costrizione, è anche il luogo dove il lavoro vivo ha esercitato un potenziale di critica, sviluppando una "cultura del controllo" finalizzata a mettere in discussione l'autorità decisionale dell'impresa.
Il controllo sulle condizioni di lavoro è una strategia di azione, ma è anche un progetto culturale che ha contaminato le esperienze più articolate lungo tutto l'arco del novecento. Tracce di una cultura in perenne costruzione, nella quale il lavoro di ricerca e l'azione sindacale assumono un profilo complementare, di rafforzamento reciproco.
La strategia del controllo non si esaurisce nel paradigma redistributivo, ma pone al centro del conflitto quel "diritto allo sguardo" (il diritto all'informazione e alla conoscenza) quale premessa per promuovere con l'azione collettiva interventi finalizzati a mutare i rapporti tra libertà e dominio nella costituzione materiale del lavoro.

Igor Piotto è dottore di ricerca in Sociologia e insegna Relazioni industriali presso l'Università degli Studi di Torino. È autore di studi e ricerche sui cambiamenti che hanno investito l'organizzazione del lavoro e della produzione dopo la crisi del taylor-fordismo. Attualmente è segretario provinciale della Federazione dei Lavoratori della Conoscenza (FLC) della CGIL di Torino.