La valutazione ha i suoi tempi retorici che ne caratterizzano lo stile. È strumentale e 'mitizzata' quando risponde a domande formali. Assume connotati comunicativi se aiuta a costruire scenari o esperienze di visioning. Diventa contrattuale quando si presta al negoziato e al disegno strategico. Può anche assumere caratteri giuridico-amministrativi se si misura con problemi di compatibilità e sostenibilità o se viene utilizzata come strumento di concertazione per la stipula di accordi o patti. Nella versione ricapitolativa più consueta e praticata può servire per valutare gli effetti di azioni, processi e impatti nel ciclo di progetto. Ma se il progetto è inteso come nodo di opportunità, e non semplicemente come generatore di benefici e costi, la valutazione aiuta a capire come le azioni possano divenire contesto. Il progetto verrebbe così apprezzato per la sua capacità critico-interpretativa, per il modo in cui riconosce il valore delle risorse utilizzate e prodotte, per la capacità di trattare l'incertezza nel processo di decisione politica.
Il testo offre l'occasione di riflettere su alcune esperienze urbane: salvaguardia di un litorale, offerta di un servizio di trasporto pubblico metropolitano, gestione di un servizio idrico integrato, progetti di trasformazione e riqualificazione urbana, programmi integrati e micro-politica sociale. I contributi presentano diversi disegni valutativi.
Domenico Patassini, docente di Tecniche di valutazione e programmazione urbanistica presso la Facoltà di Pianificazione del Territorio, Università Iuav di Venezia, di cui è preside. È autore, tra gli altri, del testo
Addis Abeba. Villaggio e capitale di un continente, con C. Diamantini (a cura di), Milano, FrancoAngeli, 1993 e di
Beyond benefit cost analysis. Accounting for non-market values in planning evaluation, con D. Miller (a cura di), Aldershot, Ashgate, 2005.