Le storie cominciano con "C'era una volta, in un paese lontano..." creando un tempo e uno spazio irreale, virtuale, desituante. Questa forma rituale d'inizio di una narrazione ha l'effetto di rompere i legami con il presente, con il qui e ora, con la realtà. È una formula incantatrice per fare spazio all'immaginazione.
In questo testo l'autore trasforma questo spazio irreale in una struttura: un modo particolare di fare esperienza e di architettare creativamente la conoscenza.
Diversamente da altre sue opere, qui l'autore evita ogni tipo di formalizzazione della propria teoria sulla messa in forma estetica delle forme d'esperienza. Procede per sequenze di storie che vanno a disegnare un paesaggio esperienziale, in uno scenario narrativo.
La scelta è ardua ma efficace. Infatti, l'assetto episodico del libro induce il desiderio di un costrutto concatenante, suscita il desiderio di una forma attraverso il senso di una storia e viceversa: di una storia attraverso il senso della forma e di un senso attraverso la storia del prendere forma degli accadimenti, in un circuito ricorsivo di rinvii fra desiderio, esperienza, forma, significato. Il sé è alimentato da tale circuito.
La semplicità, la spontaneità, l'immediatezza del libro sono un preciso invito rivolto a un largo pubblico a prendere confidenza con alcuni aspetti della teoria estetica della conoscenza, che in quest'opera l'autore porge in modo del tutto originale.
Loredano Matteo Lorenzetti insegna in diverse Università. Fra i testi più recenti, di maggiore successo, segnaliamo: La ragione dei sentimenti (1990); Viaggio nel viaggio. Metamorfosi della conoscenza (1992); Psicologia e personalità (1995).