Nelle zone montane e pedemontane del Lario l'agricoltura rischia di scomparire. Per far sopravvivere questo tessuto economico indispensabile per la salvaguardia dell'ambiente, per il mantenimento dell'equilibrio socio-economico e per il perpetuarsi di una tradizione agricola ormai secolare, è necessario un mutamento degli obiettivi d'impresa e dell'approccio al mercato.
In tale contesto nasce l'esigenza di individuare condizioni di "successo" a livello operativo dell'agricoltura locale.
La sperimentazione di un nuovo sistema foraggero-zootecnico che consenta produzioni di qualità e una accettabile salvaguardia dell'ambiente è il filo conduttore di questo libro.
Viene valutata la possibilità di un cambiamento dell'ordinamento produttivo verso l'utilizzo del pascolo diretto con conseguente valorizzazione del patrimonio delle malghe come naturale completamento alla foraggicoltura collinare e dei fondovalle e si pone l'attenzione anche all'allevamento ovicaprino ad integrazione o sostituzione di quello caratteristico di queste zone: il bovino da latte.
Viene, inoltre, condotta un'approfondita ricerca in ogni stadio della filiera agroalimentare - produzione, distribuzione e consumo - riguardante la possibilità di adottare il metodo di produzione biologico alle produzioni zootecniche da latte locali.
L'esistenza di una sensibilità generale del mercato verso prodotti potenzialmente "meno inquinanti" fa pensare che l'agricoltura biologica può diventare un'alternativa possibile in quanto propone, accanto alla certezza della "assenza" di inquinanti alimentari, una gestione dell'ambiente sicuramente più equilibrata in grado di costituire un elemento di potenziale valorizzazione del territorio.
Tommaso Maggiore , Dipartimento Produzione vegetale, Università degli Studi, Milano.
Alberto Pirani , Dipartimento di Economia e politica agraria, agroalimentare e ambientale, Università degli Studi, Milano.