I saggi contenuti in questo numero degli Annali, pur avendo un diverso contenuto e sviluppo tematico, hanno in comune un approccio alla ricerca esegetica indirizzata verso alcune tra le problematiche che la storia d'impresa intende approfondire: quelle generali relative all'economia industriale o quelle più particolari riferite ad un settore industriale, una singola azienda, un determinato accadimento interessante l'industria.
La realtà italiana, alla quale solo in tempi recenti sono state dedicate opere di un certo spessore, può vantare il maggior numero di contributi, ma anche altre aree geografiche sono proposte come oggetto di ricerca. Ad esempio Fodella presenta un'interessante disamina della situazione giapponese, delle cui imprese rivela caratteristiche che spesso contrastano con lo stereotipo mutuato da una certa letteratura ed informazione giornalistica. Galambos, invece, propone la figura di Theodore Newton Vail che, nei primi anni del secolo, riorganizzò e consolidò la A.T.&T., la cui struttura resse sino alla crisi degli anni '70. Con continui riferimenti alla letteratura straniera, Fornengo offre poi un excursus sui temi più rilevanti affrontati dall'economia industriale, dei cui recenti sviluppi lamenta la mancanza di una trattazione sistematica.
Interventi di argomento più specifico sono quelli di Federico, Petri, Doria, Bianchi e Manetti, che si interessano di problemi e momenti topici della nostra industrializzazione.
Berta e Guidi ampliano l'orizzonte proponendo, il primo, attraverso le vicende dei due prestiti emessi dal Regno di Sardegna prima, e dal Regno d'Italia poi, grazie all'intermediazione della casa Hambro, un aspetto del mondo finanziario ottocentesco così diverso ma anche così simile al nostro, mentre Guidi esamina criticamente l'opera di Bentham, la cui tassononia determina una importante differenza con i classici.
L'intervento di Cafagna è incentrato sulla transizione della figura dell'imprenditore che, da proprietario terriero e spesso uomo politico, dotato di una cultura di tipo classico-giuridico, con l'industrializzazione si trasforma nell'industriale che svolge full-time la sua attività, giovandosi della sua cultura tecnica, interessandosi della politica solo per utilizzarne i vantaggi, senza però esercitarla attivamente, professionalmente.
Concludono questo numero degli Annali le informazioni relative al riordino dell'archivio Buitoni ed un ricordo di Jean Bouvier.