Il tema della relazione tra comunità etniche che condividono lo stesso spazio ma non i riferimenti culturali e lo stile di vita è particolarmente importante nella società italiana e suscita spesso prese di posizione polemiche. Infatti, alle dichiarazioni di principio, di volta in volta impegnate a difendere le ragioni del relativismo culturale o quelle della identità, corrisponde sovente un vissuto difficile e molto problematico nel quale si fatica ad intravvedere la possibilità di relazioni significative e non conflittuali. È questo il caso del Résidence Prealpino di Bovezzo fatiscente edificio alla periferia della città di Brescia nel quale hanno trovato ospitalità centinaia di immigrati senegalesi appartenenti alla comunità islamica sufi dei muridi.
Obbligati a vivere in condizioni di grave povertà, questi immigrati sperimentano relazioni molto difficili con la comunità italiana del quartiere omonimo che rimprovera loro uno scarso desiderio di integrazione e la tendenza alla devianza, mentre essi considerano la loro situazione come il frutto della incapacità di accoglienza della società italiana. Nel gioco reciproco di immagini identitarie che confinano spesso col pregiudizio, di attese e di rivendicazioni si sviluppa anche il tentativo, pur difficile, di trovare una mediazione che aiuti il dialogo e la convivenza. Il presente testo è frutto di un lavoro di ricerca, finanziato dalla Comunità montana di Valle Trompia, col concorso dei comuni di Bovezzo e di Brescia, che è stato realizzato dal settembre 2004 al settembre 2005 dal Laris (Laboratorio di Intervento e Ricerca sociale) della Università Cattolica del Sacro Cuore (sede di Brescia).

Anna Casella Paltrinieri insegna Antropologia generale e Antropologia delle relazioni interetniche presso la Facoltà di Scienze della Formazione della Università Cattolica del Sacro Cuore (Sede di Brescia) e Antropologia della salute e della cura presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia della stessa Università. Ha svolto indagini principalmente in America Latina e in Africa occupandosi di ambiente rurale e urbano, di migrazioni, di cooperazione allo sviluppo. In Italia ha condotto ricerche di antropologia urbana e immigrazione, con particolare attenzione alle problematiche di genere. Per la FrancoAngeli ha pubblicato "Dalla città immaginata alla vita urbana" (Il processo di inurbamento a Miranda do norte) nel 2000. Collabora col Laris (Laboratorio di ricerca e indagine sociale) per i temi relativi alla antropologia delle migrazioni e delle relazioni interetniche.