L'industria carceraria in Italia.

Roberto Giulianelli

L'industria carceraria in Italia.

Lavoro e produzione nelle prigioni da Giolitti a Mussolini

Del lavoro dei detenuti, la storiografia nazionale si è finora occupata con un’attenzione rivolta quasi esclusivamente alle prerogative giuridiche e alle ricadute sociali. Il libro invece prende in esame il periodo compreso fra l’età giolittiana e la Seconda guerra mondiale, e analizza il tema dalla prospettiva economica, ricostruendo nel dettaglio la struttura e le dinamiche interne dell’industria carceraria italiana, così come il suo conflittuale rapporto con il mercato.

Edizione a stampa

22,50

Pagine: 224

ISBN: 9788856801224

Edizione: 1a edizione 2008

Codice editore: 1792.122

Disponibilità: Nulla

Non lasciare inoperosi i detenuti costituisce una delle finalità che il sistema carcerario italiano si è assegnato sin dalle sue origini. I rei vanno impiegati in attività produttive che, distraendoli dalla loro condizione di reclusi, esercitino anzitutto una funzione disciplinare. A questa si accompagna un intento pedagogico: le mansioni svolte nelle officine dei penitenziari o nei campi delle colonie penali agricole devono veicolare quell'etica del lavoro cui il detenuto dovrà attenersi una volta tornato nella società civile. L'industria carceraria persegue anche un obiettivo immediatamente economico, nella misura in cui si presta a coprire le spese di mantenimento della popolazione reclusa. La sua presenza, peraltro, dà luogo a frequenti tensioni con le imprese libere: i compensi erogati dalle manifatture coatte, siano esse gestite dallo stato o concesse in appalto a privati, sono molto bassi e ciò permette di praticare prezzi di vendita altamente competitivi.
Del lavoro dei detenuti, la storiografia nazionale si è finora occupata con un'attenzione rivolta quasi esclusivamente alle prerogative giuridiche e alle ricadute sociali. Essa ha di rado superato quella soglia del XX secolo che questo libro invece oltrepassa, prendendo in esame il periodo compreso fra l'età giolittiana e la seconda guerra mondiale. Il tema viene qui analizzato dalla prospettiva economica, ricostruendo nel dettaglio la struttura e le dinamiche interne dell'industria carceraria italiana, così come il suo rapporto con il mercato.

Roberto Giulianelli collabora alla cattedra di Storia economica presso la Facoltà di Economia dell'Università Politecnica delle Marche. Fra i suoi studi più recenti si segnalano L'innovazione tecnologica nelle Marche. Il brevetto industriale dagli inizi del Novecento al "miracolo economico" (Ancona, 2006) e Dizionario biografico del movimento sindacale nelle Marche, 1900-1970 (a cura e con M. Papini, Roma, 2006). Per FrancoAngeli ha pubblicato La formazione del capitale umano nel take-off industriale: Inghilterra e Italia nel XVIII e XIX secolo, in M. Natale, E. Moretti (a cura di), Siamo pochi o siamo troppi? Alcuni aspetti delle relazioni tra evoluzione demografica e sviluppo economico e sociale (2004). Fa parte del comitato scientifico delle riviste "Proposte e ricerche" e "Storia e problemi contemporanei".



Introduzione
Il dibattito e il quadro normativo
(Alle origini del sistema penitenziario italiano; Le carceri italiane dopo il 1860; Il codice Zanardelli e le riforme giolittiane; La Grande guerra: continuità e fratture; Le novità del fascismo)
Le manifatture nei penitenziari
(Produrre per lo stato, produrre per i privati; La concorrenza all'industria libera; Le lavorazioni; I fattori produttivi: tecniche e materie prime; I fattori produttivi: il lavoro; Il caso delle manifatture carcerarie femminili; I bilanci)
Le aziende penali agricole
(La "fuga dal carcere"; Le colonie penali agricole: utilità sociale, utilità economica; Le colonie in Italia e le "colonie nelle colonie"; Lavorare la terra, ma non solo; Capitali e manodopera; L'organizzazione del lavoro; I risultati economici)
Osservazioni conclusive
Riferimenti bibliografici.

Collana: Temi di storia

Argomenti: Storia economica

Livello: Studi, ricerche

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