Colpe di stato.

Paolo Veronesi

Colpe di stato.

I crimini di guerra e contro l'umanità davanti alla Corte costituzionale

La sentenza costituzionale n. 238/2014 afferma che non può avere applicazione in Italia la consuetudine internazionale che esclude la responsabilità civile degli Stati per i danni derivanti dai crimini di guerra e contro l’umanità dei loro funzionari. In Italia è dunque possibile convenire in giudizio gli Stati stranieri responsabili di simili violazioni dei diritti fondamentali. Tante sono però le perplessità che la sentenza ha suscitato, e che il libro prova ad affrontare nella sua trattazione.

Edizione a stampa

32,00

Pagine: 282

ISBN: 9788891753069

Edizione: 1a edizione 2017

Codice editore: 893.3

Disponibilità: Discreta

Pagine: 282

ISBN: 9788891756275

Edizione:1a edizione 2017

Codice editore: 893.3

Possibilità di stampa: No

Possibilità di copia: No

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Formato: PDF con DRM per Digital Editions

Informazioni sugli e-book

Pagine: 282

ISBN: 9788891756282

Edizione:1a edizione 2017

Codice editore: 893.3

Possibilità di stampa: No

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La sentenza costituzionale n. 238/2014 è una pronuncia "storica". In essa si afferma che non può avere applicazione, in Italia, la consuetudine internazionale che esclude la responsabilità civile degli Stati per i danni derivanti dai crimini di guerra e contro l'umanità compiuti da loro funzionari. Tale norma - afferma la Corte - è in radicale contrasto con i principi supremi della nostra Costituzione (i c.d. "controlimiti"). In Italia è dunque ora possibile convenire in giudizio gli Stati stranieri responsabili di simili violazioni dei diritti fondamentali (si pensi ai processi sui crimini nazisti compiuti dopo l'8 settembre). Tante sono però le perplessità che la sentenza ha suscitato. Per molti osservatori, ad esempio, la decisione della Corte non rispetterebbe importanti cardini del processo costituzionale: a questa analisi è dedicata la parte centrale del libro. Ci si chiede inoltre se sarà davvero possibile che le vittime ottengano i risarcimenti loro dovuti (nonostante le sentenze di condanna che cominciano a fioccare e che nel libro sono riportate). Si teme altresì che l'Italia - per "ritorsione" - possa essere chiamata a rispondere dei crimini compiuti dalle sue truppe durante il fascismo. In quale contesto di "globale" rimessa in discussione delle immunità statali si colloca poi questa pronuncia? E potrà essa contribuire alla formazione di una diversa consuetudine internazionale valida per tutti i Paesi? Queste, in sintesi, alcune delle rilevantissime questioni affrontate nel libro, il quale opportunamente distingue l'"anatomia", il "contesto" e il "seguito" ancora in corso di questa importantissima sentenza costituzionale.

Paolo Veronesi è Professore associato di diritto costituzionale presso l'Università di Ferrara. Autore di due monografie (I poteri davanti alla Corte, Giuffrè 1999, e Il corpo e la Costituzione, Giuffrè 2007) ha altresì curato numerosi volumi e pubblicato decine di saggi sulle più importanti riviste di diritto costituzionale. È caporedattore della rivista "Studium Iuris", componente della direzione della rivista "GenIus" e membro del comitato scientifico della rivista "BioLaw Journal".

Introduzione
Parte I. Contesti
Dal "nulla" a "il più possibile". Il caso della giustizia penale internazionale (ovvero: come cambia il concetto di sovranità statale)
(Premessa; La globalizzazione, naturalmente...; Le progressive limitazioni alla sovranità degli Stati e il fenomeno della giurisdizione penale internazionale: quale legame con la sentenza n. 238/2014?; La rilettura critica degli istituti immunitari interni come (ulteriore) esempio di "crisi" e "mutazione" della sovranità; (Segue). Le analogie tra la progressiva restrizione delle immunità interne e il graduale imporsi dei Tribunali penali internazionali: coincidenze o concordanze?; (Segue). L'istituzione ("esterna") della Corte Penale Internazionale e il suo concreto "incrocio" con il tema ("interno") delle immunità; La Corte Internazionale di Giustizia e i tribunali penali interni di fronte all'immunità degli organi statali criminali: la forza dell'abitudine e della tradizione; Un progetto che parte da lontano: sulle prime (abortite) esperienze di giustizia penale internazionale (e sul loro significato "costituzionale"); (Segue). Prima dell'istituzione della Corte Penale Internazionale; I Tribunali di Norimberga e Tokio: un passo in avanti; (Segue). I tanti dubbi su Norimberga e su Tokyo; Tra Norimberga e la Corte Penale Internazionale. L'esperienza (intermedia) dei Tribunali penali internazionali per la ex-Jugoslavia e il Ruanda: la necessità di compiere altri balzi in avanti; Nasce la Corte Penale Internazionale: un approdo certo importante ma ancora in fieri; (Segue). L'indubbia originalità della Corte Penale Internazionale sul fronte della "responsabilità individuale" dei crimini di Stato; La Corte Penale Internazionale e la sua "riconoscibilità" all'interno dei singoli Stati: molti dubbi e altrettanti problemi)
"In vista" della sentenza costituzionale n. 238/2014: tra (pochi) alti e (molti) bassi
(Introduzione: l'importanza di una "prima volta" e le ragioni dello "scandalo"; Un "passo indietro": il problema della costituzione di parte civile delle vittime (e dei loro eredi) nella giurisprudenza costituzionale 3. Prima della "sentenza Ferrini": come vive e vegeta un tabù giuridico; La "pietra dello scandalo": il caso della "sentenza Ferrini"; Dopo la "sentenza Ferrini": la "svolta" in action; Come una "doccia fredda": la sentenza della Corte Internazionale di Giustizia 3 febbraio 2012 e l'Italia messa "all'angolo"; Le tante critiche all'impostazione adottata dalla Corte Internazionale di Giustizia; "Frenate riluttanti": le pronunce italiane adottate dopo la sentenza della Corte Internazionale di Giustizia)
Verso un cambio di paradigma? Le tappe di avvicinamento alla sentenza costituzionale n. 238/2014
(I fatti e il loro strascico; Gli accordi italo-tedeschi e il controverso tema dei risarcimenti dovuti alle vittime italiane del Terzo Reich (con una doverosa digressione sulla vicenda degli Internati Militari Italiani); La reazione del Tribunale di Firenze (e le sue quattro ordinanze "gemelle"); (Segue). Il Tribunale di Firenze e la ricerca di una exit strategy costituzionale dalla decisione della Corte Internazionale di Giustizia; (Segue). Interpretazione e "ruolo" dell'art. 10 Cost.; (Segue). Dunque, quale "adattamento" per il rimettente?; Le altre (meno problematiche) questioni di legittimità promosse su norme positive interne)
Parte II. Anatomia
Quando cambia un paradigma. "Anatomia" della sentenza costituzionale n. 238/2014
(L'"anomalia" di una sentenza interpretativa di rigetto (n. 238/2014): introduzione; Come funziona il "blocco all'ingresso" della norma consuetudinaria incostituzionale: il richiamo al "principio di conformità"; (Segue). Le consuetudini internazionali e i "controlimiti": dal "trasformatore permanente" allo "stop al confine"; (Segue). Il "rinvio mobile" e la "teoria nomogenetica selettiva"; L'oggetto del sindacato di costituzionalità (nel caso in cui si discuta di norme internazionali generali); (Segue). C'è concetto e concetto di "forza di legge"...; (Segue). Perché la Corte sostiene che la consuetudine internazionale è sottoponibile al sindacato di costituzionalità?; (Segue). Quante deviazioni dal "modello": un giudizio su fonti-fatto, su norme prive di disposizione, su fonti che non sono né dello Stato, né delle Regioni ed inevitabilmente destinato a concludersi con un rigetto; (Segue). Un'"interpretativa" in luogo di una più corretta "inammissibilità"?; (Segue). Altri rilievi contra l'adozione di una sentenza interpretativa di rigetto; La Corte "accentra" il sindacato sulle consuetudini internazionali illegittime: una scelta ragionevole e in linea con i precedenti?; La sentenza n. 238/2014 interpretata alla luce della teoria del diritto vivente: la norma sub iudice c'è o non c'è?; (Segue). La sentenza n. 238/2014: per un diverso "diritto vivente sovranazionale"; Norme senza atto né disposizioni: la "devastante" ipotesi d'impugnare l'art. 10, comma 1, Cost.; (Segue). Contra la sentenza costituzionale n. 48/1979?; Quale rango "italiano" per le norme consuetudinarie internazionali?; Il grande tema dei "controlimiti": quali sono, come operano e perché chiamare in causa la dignità (con una digressione sul "caso Kadi"); I principi supremi sono bilanciabili?; La fisionomia della consuetudine internazionale sull'immunità degli Stati vigente in Italia: estensione e confini; (Segue). Quasi un nuovo "nesso funzionale": un "messaggio" che supera i nostri confini; Le dichiarazioni d'illegittimità contenute nella sentenza n. 238/2014: nulla quaestio; Conclusioni (in tutto e per tutto parziali))
Parte III. Seguito
Il seguito della sentenza n. 238/2014: i giudici all'opera
(Mai dire mai: un fantasioso tentativo di conciliazione; Eseguire le condanne?; Le ultime puntate (fino alle prossime); Un'altra norma impone all'Italia di adeguarsi alla pronuncia della Corte Internazionale di Giustizia?; Gli effetti delle decisioni della Corte Internazionale di Giustizia secondo i giudici: mutano gli accenti?; L'eterna questione del decorso del tempo (e appunti su un'audace richiesta di rimessione in termini); Un altro valico da superare: il contenuto dei trattati di pace; La liquidazione del danno dovuto alle vittime; "L'ultimo valzer" delle sezioni unite della Cassazione...; ...e dei giudici di merito: il "caso Cavallina")
Conclusioni. "Fai quel che devi, accada quel che può"
Bibliografia.

Collana: I diritti negati

Argomenti: Storia politica e diplomatica - Diritto, giustizia

Livello: Studi, ricerche

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