Questo terzo rapporto sulle tendenze e le politiche del lavoro in Veneto analizza una fase in cui la dinamicità dell'economia regionale, sostenuta dalla domanda estera e dalla capacità delle imprese regionali di inserirsi nei mercati internazionali, ha mostrato ripercussioni positive anche sul mercato del lavoro, riavviando l'occupazione e bloccando la crescita dei disoccupati. Tale dinamicità pare in grado di assorbire sia la disoccupazione tecnologica, provocata dalla diffusione delle tecnologie labour saving, sia Ia crescita dell'offerta di lavoro dovuta all'aumento - a ritmi peraltro modesti - del tasso di attività femminile.
Non servono pertanto - se non in alcune aree particolari - azioni di sostegno diretto della domanda di lavoro. Sono piuttosto i temi dell'incontro tra domanda e offerta di lavoro ad attirare sempre più l'attenzione e con riferimento ad essi si colgono preoccupazioni diffuse. Innanzi tutto appare ben chiara l'esigenza di disporre di servizi all'impiego efficienti per, conseguentemente, aumentare l'informazione accessibile (e la velocità con cui è diffusa) sulle disponibilità tanto di offerta che di domanda di lavoro.
Ma certo i problemi più complessi sono quelli che chiamano in causa i fabbisogni professionali della domanda e le competenze e preferenze dell'offerta di lavoro. In particolare, per la domanda di lavoro qualificata è indispensabile un'azione intelligente di programmazione e di progettazione. È pertanto vitale - come confermato anche dall'esperienza di altri Paesi - un raccordo più forte, più flessibile e più continuo tra scuola, formazione professionalizzante e Iavoro, diffondendo e generalizzando le esperienze, come gli stages, che possono fare attivamente da "ponte" tra due mondi, quello della scuola/formazione e quello del lavoro, che altrimenti utilizzano ancora canali di comunicazione troppo irrigiditi.