Il trattamento dei pazienti schizofrenici costituisce spesso un compito molto difficile, anche per i terapeuti più esperti. I numerosi disturbi del comportamento, del pensiero, talora del linguaggio o della percezione oppongono agli sforzi dei curanti una frequente e demotivante resistenza. Sia che si tratti di instaurare una psicoterapia, sia che si cerchi di ottenere una sufficiente compliance nei confronti delle prestazioni farmacologiche.

Gli autori affrontano il problema in una prospettiva originale ed efficace, come testimonia l'abbondante materiale clinico proposto per esemplificare le strategie di volta in volta adottate per raggiungere una soddisfacente alleanza terapeutica. La sintomatologia schizofrenica è vista come il risultato di una particolare vulnerabilità fisiologica e psicologica, alla quale si aggiungono e si sovrappongono i tentativi perlopiù disfunzionali che l'individuo compie per far fronte alla propria condizione deficitaria. Senza una conoscenza approfondita e realistica del particolare adattamento che il soggetto ha realizzato di fronte alla stressante pressione dell'ambiente e alla continua verifica della debolezza delle proprie risorse, ogni intervento terapeutico non può che essere visto come una minaccia alla condizione di sicurezza che egli ha lentamente e faticosamente realizzato.

Al di là degli interrogativi sull'eziologia organica o psichica della schizofrenia (circa i quali, comunque, un'accurata revisione delle posizioni teoriche più recenti fornisce al lettore le informazioni indispensabili per formarsi un'opinione), gli autori indicano lo spazio amplissimo che l'intervento psicologico può coprire nell'aiutare i pazienti schizofrenici a trarre il maggior giovamento dalle cure e a conseguire un livello di vita più soddisfacente.

Michael A.Selzer è direttore della Divisione per pazienti schizofrenici del New York Hospital-Cornell University Medical Center, a White Plains, New York, dove si occupa, collaborando con Otto Kenberg, anche di ricerca sulla diagnosi e il trattamento di pazienti borderline. Presso lo stesso ospedale svolgono la propria attività anche Monica Carsky, psicologa, Timothy B.Sullivan e Kenneth S.Terkelsen, psichiatri.