Si parla spesso di bambini, nei giornali e alla TV; se ne parla però, quasi esclusivamente sotto i profili dell'abbandono o della violenza. E' un'attitudine insieme utile e pericolosa.
Utile perché gli episodi in questione non sono certo inventati: sovente si tratta anzi di storie scandalose o commoventi; ed è plausibile che, da quelle denunce, politici, intellettuali, giudici saranno spinti ad attivarsi per migliorare la realtà dell'infanzia nel nostro paese.
Pericolosa perché l'eccesso di attenzione verso le storie "cruente" rischia di fuorviare, in molti casi, le prospettive dell'interprete: facendo passare in secondo piano i lati più normali e ordinari, quelli appartenenti alla dimensione quotidiana dell'esistenza infantile - e favorendo un concentrarsi di iniziative verso le risposte più contingenti (magari soluzioni di carattere esclusivamente punitivo o sensazionalistico).
In realtà, nella vita dei minori non esistono unicamente le occasioni del dolore; non c'è solo pianto e lutto, non tutte le solitudini sono irrimediabili.
Gran peso hanno anche i piccoli malesseri, il bello e il brutto che è legato al mondo degli oggetti, alla società dei consumi. Nella maggioranza dei casi esistono anzi (fortunatamente) solo questi ultimi aspetti: i disagi delle creature normali, le difficoltà e i turbamenti "civili" di ogni bambino.
Punto d'arrivo di una ricerca collettanea, questo volume nasce proprio dall'esigenza, avvertita da alcuni studiosi, di misurare il peso che momenti del genere possono avere nella giornata di un minore - approfondendo il ruolo che il diritto dovrebbe svolgere quanto alla salvaguardia dei giovani contro la seduttività, il linguaggio, le trappole più o meno frivole (e perciò terribilmente serie) dei tempi odierni:
Paolo Cendon è professore di Istituzioni di diritto privato all'Università di Trieste. Fra i suoi libri più recenti: Il prezzo della follia, Le parole del diritto, Un altro diritto per il malato di mente, I dieci comandamenti, I bambini e i loro diritti, la responsabilità dello psichiatra. E' direttore del "Commentario al codice civile".