LIBRI DI ADELE FABRIZI

La ricerca ha estratto dal catalogo 48 titoli

Chiara Simonelli, Adele Fabrizi

Sessuologia clinica

Diagnosi, trattamento e linee guida internazionali

Il manuale guida alla clinica delle disfunzioni sessuali gli studenti che affrontano per la prima volta queste tematiche, e offre un indispensabile aggiornamento scientifico a quei professionisti della salute (psicologi, medici, fisioterapisti, assistenti sociali, ecc.) che già lavorano su richieste di carattere sessuologico.

cod. 1240.1.75

Gabriele Ragozzino, Adele Fabrizi

Il trapianto di pene: una nuova sfida per la medicina e la sessuologia

RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA

Fascicolo: 2 / 2021

Il trapianto di pene è un intervento ancora sperimentale e alternativo alla fal-loplastica. Questo trattamento presenta maggiori benefici, ma anche maggiori ri-schi per i riceventi dell’organo e gli effetti a lungo termine sono ancora sconosciuti. Ad oggi ci sono stati solo cinque casi al mondo e quasi tutti hanno dato risultati incoraggianti sia dal punto di vista fisiologico che psicosessuale. La perdita del pe-ne può essere vissuta come un trauma che porta le persone ad isolarsi e, in alcuni contesti culturali, ad essere stigmatizzate, e questo ha conseguenze sulla sfera psi-cologica, sessuale, sociale e relazionale della persona, sia per il forte valore simbo-lico del pene, sia per la sua funzione anatomica. È importante indagare le fantasie e le aspettative sia del ricevente affinché all’intervento non venga associato un effetto miracoloso, che del personale medico affinché ci sia una comunicazione chiara con il paziente su rischi, benefici e possibili alternative. È consigliato un pro-cesso di valutazione psicosessuale del paziente in modo che possano essere valu-tate le sue risorse intrapersonali e interpersonali poiché l’intero iter terapeutico è lungo e difficoltoso per via del suo impatto sull’identità della persona e del lavoro di integrazione del nuovo organo nel Sé. Quindi è importante, laddove è possibile, rendere partecipe del percorso anche famiglia e partner. La figura dello psicoses-suologo è quindi fondamentale sia per la natura intima del trattamento, sia per gli aspetti della vita coinvolti e il suo coinvolgimento è consigliato per tutto l’iter tera-peutico per ridurre le possibilità di un rigetto psicologico and il sorgere di disagi psi-cosessuali.

Rebecca Eibenstein, Adele Fabrizi

Abuso sessuale e PTSD complesso: gli effetti dello stress traumatico cronico sul sistema immunitario. Strategie d’intervento

RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA

Fascicolo: 1 / 2021

Il lavoro presenta le principali caratteristiche del PTSD complesso nel contesto dell’abuso sessuale e l’impatto che questo disturbo e la condizione di stress cronico ad esso associata può avere sulla persona traumatizzata, in particolar modo sul sistema immunitario. Una caratteristica importante del sistema immunitario è la sua capacità di reagire in modo differente in base allo stimolo specifico, ma anche la capacità di apprendimento e di memoria, mostrando come questo sistema si strutturi fondamentalmente in rapporto con l’ambiente. È sempre più evidente che le diverse modalità di risposta del sistema immunitario non dipendono solo dal ti-po di stimolo (ad esempio, virus, batteri), ma anche dal microambiente e dalle condizioni generali dell’organismo, dunque anche dallo stress psicologico. È chiaro, pertanto, come il sistema immunitario sia in grado di interagire con il sistema ner-voso e quindi con i fenomeni mentali e relazionali. Lo stress psichico di tipo croni-co che si osserva in coloro che hanno subito un trauma cumulativo interpersonale può quindi costituire un importante fattore di disfunzione del sistema immunitario, con un’alterata risposta che è alla base di molte patologie in cui il sistema immunitario svolge un ruolo cruciale. Oltre a ciò, nelle persone vittime di abuso è stato rilevato uno sfasamento del sistema nervoso autonomo, per cui risultano essere iperattiva-te da un sistema viscerale che invia loro un continuo segnale di pericolo. Questa condizione ha importanti ripercussioni anche sulla capacità interattiva e sociale, con un grave impatto sul benessere psicofisico della persona. Per questo motivo, è necessario sviluppare interventi basati su un approccio multidisciplinare e biopsi-cosociale che aiutino le persone traumatizzate a risintonizzare la regolazione au-tonomica per favorire la fiducia e un coinvolgimento sociale spontaneo, e ad ela-borare le componenti emotive e somatiche dell’esperienza traumatica.

Marta Girardi, Adele Fabrizi, Chiara Simonelli

Popolazione transgender over 50: un intervento clinico psicosessuologico

RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA

Fascicolo: 2 / 2020

Il concetto di identità di genere è stato motivo di interesse e di studio negli anni fino a giungere alla sua concezione transgender, caratterizzata da un lungo percorso di depatologizzazione che parte dai primi studi di differenziazione tra sesso e genere fino ad arrivare alle classificazioni che i vari manuali diagnostici oggi ci presentano. La concezione transgender dei generi supera la concezione binaria, proponendo una visione fluida che legittima l’esistenza di una varietà di identità di genere in cui potersi riconoscere. I bisogni relativi all’invecchiamento e alla salute degli anziani LGBT sono scarsamente affrontati nei servizi, nelle politiche o nella ricerca. La popolazione transgender over 50, la quale ha vissuto in un contesto so-ciale e storico caratterizzato da forti discriminazioni, si trova ad affrontare una fase di transizione della vita in cui è importante considerare le caratteristiche peculiari di tale vissuto come transgender e gli aspetti relativi alla salute fisica e al supporto sociale. Affacciarci alla visione di invecchiamento transgender vuol dire adottare una prospettiva che si distanzia dagli script eteronormativi prevalenti nella società, e che si avvale di concezioni tipiche di tale vissuto, come quella di queer time e queer space. L’obiettivo di tale contributo è quello di evidenziare le problematiche e le esigenze della popolazione considerata per poter promuovere una figura di clinico attento e consapevole delle peculiarità dell’utenza considerata e un intervento clinico psicosessuologico ad hoc che adotti un approccio biopsicosociale.

Gabriele Ragozzino, Adele Fabrizi, Chiara Simonelli

La sindrome di Rokitansky: aspetti psicosessuali e intervento bio-psico-sociale

RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA

Fascicolo: 1 / 2020

Il lavoro si propone di indagare, tramite l’analisi della letteratura, l’impatto che la diagnosi di sindrome di Mayer-Rokitansky-Küster-Hauser ha sulla vita della pa-ziente e sugli aspetti psicosessuali con l’obiettivo di convalidare la necessità di un intervento bio-psico-sociale. È emerso che la diagnosi (la mancanza della vagina e dell’utero) ha serie ripercussioni sul benessere emotivo e psicologico della donna, e questo fattore è influenzato anche dagli schemi mentali e dagli stereotipi di genere. L’identità sessuale viene messa in discussione e la vita sociale e sentimentale van-no a ridimensionarsi qualitativamente. Data l’importanza di queste dimensioni per il benessere della donna, diviene centrale la necessità di affiancare ai trattamenti medici, anche la consulenza psicosessuologica. Tuttavia, nella pratica clinica an-cora si registra una mancanza di comunicazione tra medico e paziente sulla ses-sualità, dovuta a una scarsa formazione dei medici sui problemi di coppia e della salute sessuale in relazione ai problemi della salute fisica e mentale. Di conseguenza, i medici tendono a scartare gli aspetti psicosessuali della salute, considerandoli meno importanti della diagnosi e del trattamento della malattia. Inoltre, molti me-dici mancano di agio, competenza e disponibilità a discutere aspetti intimi della vita dei pazienti. Pertanto, è necessario che anche i clinici siano adeguatamente formati sui problemi psicologici e della salute sessuale allo scopo di sviluppare una maggiore sensibilità nei confronti di queste tematiche e, soprattutto, riconoscere l’importanza del modello bio-psico-sociale e, quindi, mostrare un maggior spirito di collaborazione nel lavoro di squadra.

Aurelio Gammella, Adele Fabrizi

Sessualità e Spiritualità

RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA

Fascicolo: 2 / 2018

Il presente contributo non ha l’obiettivo di spiegare la sessualità e la spiritualità come singoli vissuti umani ma di identificarne i punti di contatto, le differenze in-conciliabili, le aree di sovrapposizione e le zone di dissolvenza affrontate diretta-mente nella relazione con i pazienti, quindi in ambito di vita quotidiana. È sempre difficile fare chiarezza su costrutti così complessi, soprattutto quando l’uno si dissolve nell’altro ed è impossibile tornare alla "neutralità" originaria perché, in fin dei conti, noi siamo il prodotto della miscela dei nostri vissuti e non la somma delle singole esperienze. Il proposito, quindi, sarà quello di analizzare, la combinazione delle due dinamiche, pur anticipandone, distintamente, la doverosa descrizione, in termini storici, culturali e simbolici. L’intento è una prova di disarcionamento della visione dicotomica del moderno homo sapiens, ove il desiderio è posto al centro della visione antitetica: se amo una persona, non posso anche odiarla, se amo la "carne", non posso amare anche Dio. La coesistenza in noi stessi, a volte anche simultanea, di due vissuti diploici così profondi, condiziona radicalmente il Sé, la percezione di sé e la comprensione dell’altro. Solo l’atto eroico di addentrarci nella scoperta del nostro labirinto emotivo può mettere luce là dove la paura della singola persona ha fissato, per difesa, uno stereotipo sociale.

Marco Silvaggi, Paolo Maria Michetti, Adele Fabrizi, Roberta Rossi, Francesca Tripodi, Felipe Navarro, Chiara Simonelli

Verso una tassonomia più efficace delle condizioni diagnosticate come matrimonio non consumato

RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA

Fascicolo: 1 / 2017

La definizione più condivisa di "matrimonio non consumato" o "matrimonio bianco" (MB) fa riferimento al "fallimento nel realizzare un rapporto sessuale penetrativo all’inizio del matrimonio". Il MB di solito si verifica nelle prime notti del matrimonio e frequentemente viene chiamato "honey moon impotence" (impotenza in luna di miele) o "wedding night impotence" (impotenza della notte di nozze). Tuttavia, sebbene il fenomeno sia presente ovunque, nelle diverse aree geografiche del mondo la sessualità segue modelli molto diversi circa le regole che la riguardano e il significato che le viene attribuito. Inoltre, l’evoluzione e la globalizzazione della società ha creato nuovi contesti e nuovi tipi di relazioni, libe-rando i legami dalle forme rigide e precostituite che fino alla metà del secolo scorso rappresentavano una costante sociale. Tali trasformazioni, in continuo sviluppo, potrebbero quindi ostacolare la corretta classificazione di queste disfunzioni sessuali, in cui le variabili sociali risultano cruciali. Obiettivo: analizzare la letteratura scientifica sul MB, per capire se le diagnosi eseguite nelle diverse società si riferiscono alle stesse condizioni. Metodo: è stata condotta una revisione della letteratura pubblicata sul MB dal 1970 ad oggi attraverso i principali database scientifici, Pubmed Psycharticle e Psychinfo. Risultati: differenze sostanziali sono emerse fra le società medio orientali e le società occidentali. In primo luogo, nelle società medio orientali la sessualità è ammissibile solo nel matrimonio, mentre nelle società occidentali la sessualità e le relazioni non sono fortemente legate. Ciò potrebbe suggerire che il termine "matrimonio" non sia adeguato a descrivere tale fenomeno nelle diverse aree geografiche del mondo. Inoltre, il tempo medio prima della consultazione, l’attribuzione causale e la prevalenza sono molto diverse nei paesi occidentali e mediorientali. Conclusioni: abbiamo trovato che il termine "disfunzione nei primi tentativi di coito" sarebbe più adatto a descrivere le difficoltà maschili, femminili o di entrambi legate all’ignoranza sulla sessualità e all’ansia da prestazione. Mentre, oltre la categorizzazione delle disfunzioni sessuali individuali, suggeriamo il termine "Relazione non consumata" nei casi in cui pregresse difficoltà individuali verso la sessualità, sono coinvolte nella creazione di una disfunzione sessuale di coppia.

Chiara Simonelli

Le disfunzioni sessuali maschili e il modello integrato nel contesto pubblico

Dalla teoria alla pratica clinica

Il volume affronta il problema delle disfunzioni sessuali maschili secondo il nuovo modello integrato della sessuologia clinica, che accoglie, insieme al tradizionale disagio del corpo, anche quello della psiche e della relazione di coppia che nella sessualità sono in una stretta interazione reciproca.

cod. 1241.13

Marco Silvaggi, Adele Fabrizi, Roberta Rossi, Francesca Tripodi, Chiara Simonelli

Oggettivazione del femminile e sessualizzazione precoce delle bambine: implicazioni sullo sviluppo psicosessuale

RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA

Fascicolo: 2 / 2016

Nella società attuale, i ritmi della trasformazione hanno registrato un’accelerazione tale che, per la prima volta nella nostra storia, la generazione adulta non riesce ad immaginare la società che attende i propri figli. Per queste ragioni, emerge una domanda di comprensione del presente, prima ancora della previsione del futuro. Per il supporto della salute sessuale femminile, gli sforzi attuali sono contrapposti ad una certa pressione ad uniformarsi all’oggetto dei desideri maschili. Il continuo richiamo esercitato da uno sguardo, esterno o interno, sull’aspetto fisico interrompe la concentrazione e diminuisce la possibilità di entrare in contatto con le proprie sensazioni ed i propri bisogni. L’auspicio è quello che sempre più si diffonda la cultura del gruppo di studio e di intervento, formato da figure professionali diverse ed integrate, che possano cogliere gli aspetti fisiologici, psicologici, relazionali e culturali, sia nelle loro peculiarità, sia nello loro interazioni reciproche.

Adele Fabrizi, Valentina Rossi

Sonno e sessualità

RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA

Fascicolo: Suppl. 1 / 2016

Francesca Tripodi, Filippo Maria Nimbi, Adele Fabrizi, Roberta Rossi, Chiara Simonelli

L’approccio integrato in sessuologia Teoria e prassi clinica

PSICOBIETTIVO

Fascicolo: 2 / 2016

Negli ultimi anni in sessuologia si è diffusa rapidamente l’integrazione di specialisti, modelli e tecniche. Questo articolo descrive l’evoluzione degli approcci nella terapia sessuale fino alla diffusione del modello biopsicosociale (BPS) nel sistema sanitario. L’approccio integrato è la diretta conseguenza e implementazione del modello BPS in sessuologia clinica. A partire dall’esperienza dell’Istituto di Sessuologia Clinica (ISC) di Roma nella clinica e nei corsi di formazione, brevemente descritta, vengono evidenziati i limiti e le risorse dell’approccio integrato, che prende idealmente in considerazione e dà la stessa importanza a corpo, mente, relazioni e contesto.

Ilaria Prosperi, Adele Fabrizi, Chiara Simonelli

Asessualità: caratteristiche e definizioni

RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA

Fascicolo: 2 / 2015

Ancora poco si conosce dell’asessualità, sebbene vi sia stato un crescente interesse per l’argomento negli ultimi anni. Per definire l’asessualità, sono stati proposti tre approcci differenti: una definizione che si basa sull’attrazione sessuale, una sul comportamento sessuale, una sull’auto-identificazione. A seconda della definizione utilizzata, i tassi di prevalenza oscillano tra lo .7% e il 6.1% di un campione USA. Molti studi suggeriscono che l’asessualità possa essere meglio definita come un orientamento sessuale, distinguendola da disfunzioni sessuali come il disturbo da desiderio ipoattivo. In ambito sociale, l’asessualità ha attirato resistenza e negazione a causa dell’incompatibilità con le aspettative di una società eterormativa; gli individui asessuali devono affrontare lo stesso stigma sociale vissuto da altre minoranze sessuali. Questo articolo esplora le caratteristiche dell’asessualità, le ipotesi sull’eziologia e gli aspetti biologici, psicologici e sociali associati all’asessualità.

Leonardo Tizi, Adele Fabrizi, Chiara Simonelli

Malattie croniche e sessualità. Seconda parte

RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA

Fascicolo: 2 / 2014

L’obiettivo del presente studio è quello di indagare il rapporto tra malattie croniche e sessualità, nella considerazione che le malattie croniche sono spesso associate a problemi di natura sessuale, in genere sottostimati e non diagnosticati. Per individuare adeguate ed efficaci modalità di intervento da parte dei clinici sono considerati anche gli aspetti della relazione e le dinamiche di coppia. Sono state esaminate le seguenti condizioni cliniche: sclerosi multipla, malattie renali croniche, malattie polmonari croniche, malattie reumatiche e malattie cardiovascolari. Le diverse tipologie di malattie croniche pongono particolari sfide sia ai pazienti e ai loro familiari, che al personale medico. Attualmente sono a disposizione diverse strategie per migliorare la qualità di vita dei malati cronici e rendere più gestibile anche la sessualità. Dopo una riflessione sugli ostacoli al dialogo tra medico e paziente sui temi della sessualità, vengono evidenziate anche le potenzialità del personale infermieristico, che può costituire una efficace fonte di informazione, capace di coniugare aspetti fisici e psicologici.

Leonardo Tizi, Adele Fabrizi, Chiara Simonelli

Malattie croniche e sessualità

RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA

Fascicolo: 1 / 2014

Le malattie croniche sono spesso associate a problemi di natura sessuale, in genere sottostimati e non diagnosticati. Persone affette da condizioni croniche possono percepire che le difficoltà sessuali nell’ambito della patologia non siano così importanti da essere riferite ai medici, che a loro volta possono sentirsi a disagio o impreparati nel trattare questi argomenti. Il presente studio ha l’obiettivo di indagare il rapporto tra malattie croniche e sessualità, considerando anche le conseguenze sulle dinamiche di coppia e cercando di individuare adeguate modalità di intervento da parte dei clinici attraverso i principali modelli per il counseling psicosessuologico attualmente disponibili. Le malattie croniche possono avere profondi effetti negativi sulle relazioni e sulla soddisfazione sessuale sia dei pazienti che dei loro partner. Anche per questi soggetti la sessualità continua a rivestire un ruolo significativo e l’intimità può rappresentare una importante modalità di comunicazione con il proprio partner. È dovere dei professionisti della salute garantire attenzione a queste tematiche e sono necessarie cornici concettuali e strategie per comprendere tempestivamente i problemi e rendere più efficaci e accessibili le terapie psicosessuologiche.

Gaetano Gambino, Adele Fabrizi

Aspetti psicosessuologici dell’ipospadia

RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA

Fascicolo: 2 / 2011

La Riassegnazione Chirurgica del Sesso (RCS) rappresenta il traguardo finale cui aspirano molti transessuali. Da analisi condotte sulla soddisfazione e sull’atteggiamento nei confronti della procreazione in pazienti transessuali sottoposti a RCS è possibile riscontrare come sia alto il livello di qualità della vita percepito e come, col trascorrere del tempo, il desiderio di procreazione tenda spesso a ridursi e a volte addirittura a scomparire. Un nuovo ambito di studio sulla sessualità è rappresentato dal ruolo che i media hanno nella costruzione di valori e modelli di comportamento sociali e individuali, nonché di stereotipi e luoghi comuni relativi all’immagine dell’uomo e della donna. Il target maggiormente sensibile ai contenuti veicolati dai media è quello dei giovani e dagli adolescenti che, chiamati a superare i diversi compiti di sviluppo relativi a questa delicata fase di cambiamento, sono alla costante ricerca di modelli identitari.

Adele Fabrizi, Valentina Cosmi, Gaetano Gambino

La sessualità attraverso i mass media

RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA

Fascicolo: 2 / 2011

La Riassegnazione Chirurgica del Sesso (RCS) rappresenta il traguardo finale cui aspirano molti transessuali. Da analisi condotte sulla soddisfazione e sull’atteggiamento nei confronti della procreazione in pazienti transessuali sottoposti a RCS è possibile riscontrare come sia alto il livello di qualità della vita percepito e come, col trascorrere del tempo, il desiderio di procreazione tenda spesso a ridursi e a volte addirittura a scomparire. Un nuovo ambito di studio sulla sessualità è rappresentato dal ruolo che i media hanno nella costruzione di valori e modelli di comportamento sociali e individuali, nonché di stereotipi e luoghi comuni relativi all’immagine dell’uomo e della donna. Il target maggiormente sensibile ai contenuti veicolati dai media è quello dei giovani e dagli adolescenti che, chiamati a superare i diversi compiti di sviluppo relativi a questa delicata fase di cambiamento, sono alla costante ricerca di modelli identitari.

Adele Fabrizi, Emanuela Napoli, Gaetano Gambino

Disordini della differenziazione sessuale e sviluppo dell’identità di genere: linee guida per il management psico-medico

RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA

Fascicolo: 1 / 2011

La definizione di "Disordini della differenziazione sessuale" (DDS) indica una serie di condizioni cliniche congenite nelle quali lo sviluppo del sesso cromosomico, gonadico e/o fenotipico è atipico. L’attribuzione del sesso in neonati con genitali ambigui può sollevare importanti problematiche bioetiche da parte di medici, chirurghi e genitori, condizionando, non di rado, la strutturazione dell’identità sessuale e l’assunzione del genere. L’Intersex Society of North America (ISNA), fautrice del rinvio in età adulta degli interventi medici e chirurgici sui genitali, nel 2006 ha proposto delle linee guida per un nuovo modello di trattamento dei DDS. Il presente lavoro offre una review della letteratura scientifica di riferimento, con lo scopo di descrivere come si sono modificate nel tempo le decisioni circa l’attribuzione medica del sesso dei pazienti e analizzare lo sviluppo dell’identità di genere in tali condizioni cliniche, evidenziando gli elementi principali di un adeguato management psico-medico.