LIBRI DI AMEDEO AMATO

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Amedeo Amato, Silvia Poggi

Insider trading ed efficienza allocativa del mercato azionario

ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO

Fascicolo: 1 / 2002

L’analisi del rapporto insider trading-efficienza allocativa svolta in questo lavoro permette di trarre due importanti conclusioni. La prima conclusione riguarda il fatto che il principale punto di disaccordo tra i sostenitori dell’effetto positivo dell’insider trading sull’efficienza e i sostenitori dell’effetto negativo non verte sulla capacità delle transazioni inside di condizionare i prezzi dei titoli coinvolti ma sulle modalità con le quali tale condizionamento avviene. In realtà l’insider trading determina un effetto positivo sull’efficienza allocativa del mercato solo se gli scambi degli insiders influenzano le quotazioni direttamente attraverso il cosiddetto "effetto offerta". I sostenitori dell'effetto negativo sostengono, peraltro, che le operazioni degli insiders agiscono indirettamente sui prezzi attraverso meccanismi di trasmissione quali il pure leakage, il trade decoding ed il price decoding. Questi meccanismi presentano, però, il grave limite della lentezza e, soprattutto, aprono la possibilità, per l’insider, di confondere il segnale da lui stesso prodotto. Ciò mal si concilia con una definizione di efficienza che ricomprenda anche la velocità con la quale le informazioni condizionano i prezzi. La seconda conclusione che si può trarre riguarda il fatto che, in realtà, l’accertamento del meccanismo di comunicazione delle notizie al mercato da parte dell’insider non è poi così importante, come si riteneva in passato, per i fini qui perseguiti. Ciò a causa del fatto che, connessi all’insider trading, vi sono fenomeni in grado comunque di impedire un’allocazione ottimale delle risorse. Tra questi degna di menzione è la strategia di frammentazione delle operazioni che i detentori di informazioni riservate possono attuare. Anche se si riconoscesse all’insider trading una capacità di rapida comunicazione delle notizie al mercato questa verrebbe, quindi, comunque neutralizzata dalla distribuzione temporale degli ordini di compravendita. Un altro modo attraverso cui l’insider ostacola l'efficienza riguarda la disincentivazione delle acquisizioni societarie, operazioni teoricamente in grado di migliorare la distribuzione delle risorse sul mercato. Infine va notato che la esistenza di un effetto distorsivo delle transazioni inside sugli investimenti si può dedurre anche da numerosi studi che evidenziano il fenomeno di aumento dei costi transazionali connesso a questa pratica. Si è verificato empiricamente, infatti, come i titoli maggiormente coinvolti da tale fenomeno siano meno preferiti dagli investitori anche nell'ipotesi di una maggiore appetibilità in termini di redditività attesa.

Amedeo Amato, Francesco Menoncin

Trading on line e volatilità dei mercati azionari

ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO

Fascicolo: 1 / 2001

Questa nota esamina il problema di una fondazione che, soggetta al vincolo di predefiniti ammontari di erogazioni e di spese di funzionamento, debba investire il proprio patrimonio in azioni ed obbligazioni. Il problema viene affrontato con riferimento agli obbiettivi dell’immunizzazione e dell’ottimizzazione del portafoglio. Si ottengono i seguenti risultati: i) per creare un portafoglio immunizzato è necessario e sufficiente che l’intero portafoglio sia investito in obbligazioni; ii) per creare un portafoglio ottimo ai fini della crescita di lungo periodo è necessaria sia una componente azionaria sia una componente obbligazionaria, mentre per la copertura del rischio legato al finanziamento delle erogazioni e delle spese di funzionamento occorre fare affidamento esclusivamente sulla componente obbligazionaria.

Amedeo Amato, Roberto Cafferata

Le innovazioni nel sistema finanziario italiano: un contributo alla discussione

ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO

Fascicolo: 1 / 2001

Per quanto riguarda la dimensione del fenomeno nel nostro paese una indagine condotta dalla Banca d’Italia -sintetizzata nella Relazione del Governatore del 31 maggio 2001- ha rilevato che, alla fine del 2000, il 75% delle banche e il 54% delle finanziarie erano presenti sulla rete con un sito promozionale o dispositivo: in particolare l’operatività dispositiva era consentita dal 77% delle banche (rappresentative del 71% dei fondi intermediati dal sistema) e dal 13% delle finanziarie. I clienti con operatività dispositiva superavano 1.500.000 unità per le banche e 200.000 unità per le finanziarie. Va sottolineato che questo dato risulta in forte crescita rispetto alle 330.000 unità rilevate alla fine di marzo 2000 su un ampio campione di banche e di SIM. Le implicazioni di un fenomeno così pervasivo possono, allo stato, essere individuate solo in via di ipotesi. I lavori che qui si presentano argomentano, appunto, attorno a tali possibili implicazioni ed in questa nota ci proponiamo di fornire alcuni elementi di sintesi delle diverse ipotesi prospettate, con particolare riferimento alla realtà italiana.

Amedeo Amato, Francesco Menoncin

Modalità di gestione del portafoglio per le fondazioni

ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO

Fascicolo: 3 / 2000

Questa nota esamina il problema di una fondazione che, soggetta al vincolo di predefiniti ammontari di erogazioni e di spese di funzionamento, debba investire il proprio patrimonio in azioni ed obbligazioni. Il problema viene affrontato con riferimento agli obbiettivi dell’immunizzazione e dell’ottimizzazione del portafoglio. Si ottengono i seguenti risultati: i) per creare un portafoglio immunizzato è necessario e sufficiente che l’intero portafoglio sia investito in obbligazioni; ii) per creare un portafoglio ottimo ai fini della crescita di lungo periodo è necessaria sia una componente azionaria sia una componente obbligazionaria, mentre per la copertura del rischio legato al finanziamento delle erogazioni e delle spese di funzionamento occorre fare affidamento esclusivamente sulla componente obbligazionaria.