LIBRI DI LUIGI SOLANO

La ricerca ha estratto dal catalogo 42 titoli

Luigi Solano, Maria Bonadies, Francesca Pecci, Massimo Santini, Carlo Pignalberi

Dinamiche di coppia e salute: traumi irrisolti nel coniuge come fattore di rischio per l'infarto del miocardio

INTERAZIONI

Fascicolo: 2 / 2005

Obiettivi: La ricerca psicosomatica ha esaminato i nessi tra caratteristiche psicologiche individuali e rischi per la salute, tralasciando in genere di esaminare la possibilità che la qualità delle relazioni attuali più intime possa interagire con dette caratteristiche. Il quadro di comportamento di Tipo A, caratterizzato da irritabilità, ipercompetizione, fretta e negazione, è noto come fattore di rischio per l’infarto del miocardio (IM). Tale quadro può essere attribuito, in termini psicoanalitici, ad un Ideale dell’io tirannico e onnipotente. Una donna che abbia sperimentato nell’infanzia gravi traumi o perdite, e che non sia in seguito riuscita ad elaborare del tutto tali eventi, potrebbe scegliere un marito con caratteristiche di Tipo A e rinforzare inconsciamente tale quadro, nel tentativo di rafforzare la negazione delle proprie esperienze infantili. Scopo del lavoro è stato il tentativo di confermare alcune parti di questa ipotesi verificando se nelle mogli di soggetti infartuati fossero presenti a) una storia più frequente di traumi e/o perdite e b) più alti livelli di alessitimia. Soggetti e Metodi: 20 mogli di pazienti con IM recente, non letale e 20 mogli di pazienti con lievi problemi ortopedici (Ort) hanno compilato una Scala di Eventi Traumatici Infantili e la TAS-20. Risultati: le mogli IM (m = 0.70) hanno ottenuto punteggi più alti (p < 0.02) alla Scala di Ev. Traum. Inf. rispetto alle mogli Ort (m = 0.15), mentre 10 mogli IM vs. 3 Ort hanno riferito una storia di traumi infantili gravi (p < 0.02). I punteggi alla TAS-20 sono risultati più alti (p < 0.005) nelle mogli IM (m = 50.35) rispetto alle Ort (m = 40.55). 4 mogli IM vs. 0 Ort hanno mostrato punteggi alla TAS-20 >61. Conclusioni: I risultati sostengono l’ipotesi di una storia più frequente di traumi infantili e di più alti livelli di alessitimia nelle mogli di soggetti con infarto del miocardio.

Federica Sancassiani, Catia Larocca, Michela Di Trani, Luigi Solano

Alessitimia e attacchi di panico: studio longitudinale in soggetti partecipanti a gruppi di aiuto-aiuto

PSICOLOGIA DELLA SALUTE

Fascicolo: 2 / 2004

Scopo: con questa ricerca si è voluto monitorare l’andamento dell’alessitimia e del Disturbo da Attacchi di Panico (DAP) durante la partecipazione a dei gruppi di auto-aiuto, ipotizzando che il DAP sia una disturbo della regolazione affettiva: la partecipazione al gruppo dovrebbe avere un effetto su entrambe le variabili. Metodo: Il campione è costituito da 21 soggetti di entrambi i sessi con età media di 39 anni, membri dei gruppi di auto-aiuto della Lega Italiana contro i Disturbi d’ansia, d’Agorafobia e da attacchi di Panico (LIDAP). A tutti i soggetti sono stati somministrati una scheda socio-demografica e, ad intervalli di due mesi, la 20-item Alexithymia Scale (TAS-20) e la Panic Disorder Severity Scale Self Report (PDSS-SR), per un totale di 5 somministrazioni. Risultati: l’alessitimia e il panico sono significativamente correlati a partire dalla seconda misurazione (p < 0.05). Complessivamente, si verifica nel tempo una diminuzione dei punteggi sia per l’alessitimia (p = 0.0004) che per il DAP (p = 0.0004). Tuttavia, in corrispondenza della quarta misurazione, effettuata dopo l’interruzione estiva dei gruppi, si evidenzia un aumento significativo dell’alessitimia (p < 0.05) e non del DAP. Conclusioni: il gruppo di auto-aiuto, agendo come un regolatore esterno, contribuirebbe a migliorare i sintomi del panico, ma anche a compensare le carenti capacità dei soggetti di autoregolare gli affetti. I risultati ottenuti alla quarta misurazione evidenziano come, in assenza del gruppo, possa ripresentarsi tale disregolazione affettiva.

Giuseppina Mastrobuoni, Luigi De Gennaro, Luigi Solano

La relazione tra alessitimia e locus of control: uno studio empirico su 260 soggetti

RASSEGNA DI PSICOLOGIA

Fascicolo: 1 / 2002

The relationship between two dimensions of personality, that is Alexithymia measured by TAS 20 and Locus of control measured by I-E Scale, has been assessed in present study. It has been hypothesized that alexithymic subjets, characterized by a deficiency in emotional processing, should be more external, with a tendency to hold the external world responsi-ble for any event, interfering in such way with cognitive processes that prevent risk behav-iors.The present study has been carried out on 260 students of Psychology courses, who anonymously filled out the italian version of TAS 20 and I-E Scale. According to the hypothesis, subjects scoring higher on alexithymia also showed more external locus of control. Furthermore, the effect of age and gender on alexithymia and lo-cus of control was also assessed. With regard to gender, Difficulty in identifying affects (the 1st factor measured by TAS 20) was higher for females as compared to males. No significant gender difference was found on locus of control, and no relationship was significant between age, and I-E and TAS 20 scores.

Debora Arena, Luigi De Gennaro, Francesca Pecci, Stefania Pitrelli, Luigi Solano

Stile di attaccamento, alessitimia e relazioni interne come predittori della soddisfazione coniugale

PSICOLOGIA DELLA SALUTE

Fascicolo: 3 / 2001

Nonostante il termine "soddisfazione coniugale" sia ancora oggi di difficile collocazione, il lavoro ha l’obiettivo di mettere in luce alcuni predittori psicologici della soddisfazione all’interno del rapporto di coppia. Ai partecipanti, coniugi di 52 coppie residenti in una cittadina siciliana, sono stati somministrati dei questionari atti ad indagare, oltre ad alcune variabili descrittive della condizione matrimoniale, lo stile di attaccamento, il livello di alessitimia e la qualità delle rappresentazioni interne delle figure genitoriali. A questi è stata affiancata una misura di soddisfazione coniugale. Alla regressione multipla sono risultati predittivi di una scarsa soddisfazione coniugale: a) uno stile di attaccamento insicuro associato ad un alto livello di alessitimia; b) una cattiva rappresentazione interna della figura paterna e del rapporto tra i genitori. Non sono risultati predittivi né il genere, né gli anni di matrimonio, né il numero di figli.

Valentina Donati, Luigi Solano, Francesca Pecci, Stefano Persichetti, Andrea Colaci

Elaborazione scritta dell'esperienza ospedaliera e decorso post-operatorio: studio empirico su 40 soggetti con diversi livelli di alessitimia

PSICOLOGIA DELLA SALUTE

Fascicolo: 3 / 2001

Numerose ricerche hanno riscontrato benefici effetti sulla salute fisica a seguito dell’applicazione di una tecnica di scrittura di eventi traumatici, ideata da Pennebaker. Scopo di questo studio è verificare gli effetti di tale tecnica sul decorso post-operatorio di 40 soggetti con diversi livelli di alessitimia, ricoverati in un reparto di Urologia in seguito a resezione di papil-lomi vescicali. A tutti i Ss., nel loro secondo giorno di ospedalizzazione, è stata somministrata la Twenty Item Toronto Alexithymia Scale (TAS-20).20 Ss., seguendo la procedura di Penne-baker, hanno scritto per tre giorni (20 minuti al giorno) della propria esperienza di ricovero e del vissuto relativo all’intervento da affrontare. Il gruppo di scrittura ha riportato meno giorni di degenza post-operatori nonché punteggi inferiori per quanto riguarda i sintomi fisici e psi-chici alla Symptom Check List 90, rispetto ai controlli. I Ss. con alta alessitimia presentano un maggior numero di giorni di degenza e maggiori punteggi di sintomi rispetto ai Ss. con bassa alessitimia; l’esame delle interazioni riscontrate evidenzia che l’effetto della scrittura sui giorni di degenza e sui sintomi riferiti è presente esclusivamente nei Ss. alessitimici. La tecnica di scrittura di Pennebaker, per i suoi benefici effetti sul decorso post-operatorio, si è dimostrata un efficace mezzo per affrontare il ricovero ospedaliero e l’intervento chirurgico. L’effetto sembra particolarmente evidente nei Ss. con alti punteggi di alessitimia, che ottengono tramite la scrit-tura gli stessi risultati, in termini di decorso post-operatorio, dei Ss. con bassa alessitimia.

Vanessa Labate, Umberto Vitiello, Francesca Pecci, Luigi Solano

Modificazioni di variabili psicologiche a seguito di un trattamento dietetico: studio empirico su 40 soggetti

PSICOLOGIA DELLA SALUTE

Fascicolo: 1 / 2001

Nella presente ricerca è stata osservata la modificazione di variabili psicologiche in soggetti in sovrappeso e con obesità lieve, sottoposti a trattamento dietetico controllato. L’ipotesi da cui si è partiti è che il trattamento dietetico avesse degli effetti significativi su tali variabili. Lo studio è stato realizzato su un campione di 40 soggetti (Gruppo Sperimentale) che si era rivolto presso un centro privato di dietologia. In occasione della prima visita è stato somministrato un questionario di ingresso, le versioni italiane della TAS-20 e della Scala I-E. A tre mesi dal trattamento dietetico si è verificato un abbandono di 17 soggetti sui 40 iniziali. Nei soggetti che hanno seguito la dieta è emerso che i valori dell’alessitimia sono diminuiti significativamente tra la prima e la seconda somministrazione, mentre il locus of control è rimasto invariato. Dei 17 soggetti drop-out è stato possibile "recuperarne" solo 11 (Gruppo di Controllo 1) ai quali è stata nuovamente somministrata la TAS-20. Non si è verificata alcuna differenza significativa tra test e re-test. Ad un campione di 23 soggetti, di peso normale (Gruppo di Controllo 2), impiegati presso un ufficio postale, è stata somministrata la TAS-20, con le stesse modalità temporali. I soggetti erano equiparati per sesso, età e scolarità ai soggetti del gruppo sperimentale. Dai dati emersi sembra potersi affermare che il trattamento dietetico abbia avuto un’influenza oltre che sulla riduzione del peso del soggetto, anche nella dimensione alessitimia.

Luigi Solano, Luisa Zoppi, Laura Barnaba, Simona Fabbrizi, Raffaella Zani, Federica Murgia, Manuela Nicotra, James W. Pennebaker, Janel Seagal

Conseguenze sulla salute di diverse modalità di elaborazione delle emozioni a seguito di un disastro naturale

PSICOLOGIA DELLA SALUTE

Fascicolo: 1 / 2001

L’indagine si proponeva la valutazione degli effetti che diferenze individuali nell’elaborazione delle emozioni hanno sulla salute in un gruppo di soggetti che hanno vissuto l’esperienza del terremoto che ha colpito l’Italia centrale nel 1997. 39 soggetti sono stati esaminati un mese dopo l’evento con la Toronto Alexithymia Scale (TAS-20), la Impact of Event Scale (IES) ed una breve intervista, valutata per l’Attività Referenziale (AR). Sei mesi dopo la prima valutazione, ai soggetti è stato chiesto di dire come erano stati in quel periodo. Le risposte dei soggetti sono state valutate su tre dimensioni: la Malattia, la Sofferenza psicologica, le Visite. Dalla regressione multipla risulta che la TAS-20 predice la Malattia, la IES totale predice la Sofferenza psicologica, mentre sia l’Età che l’Attività Referenziale predicono le Visite. Dai dati emergono due livelli paralleli di elaborazione dell’esperienza: un livello "qui ed ora", che si lega ad una reazione di tipo Intrusivo e/o Evitante al terremoto insieme con sofferenza psicologica; un livello "costituzionale", che si lega ad una difficoltà di tratto nella regolazione delle emozioni insieme con patologie organiche.

Luigi Solano

Emozione espressa e salute

PSICOLOGIA DELLA SALUTE

Fascicolo: 3 / 2000

Gli studi sul rapporto tra emozione e salute hanno talvolta ricercato una relazione tra misure di emozioni negative (ansia, depressione) e lo stato di salute, in particolare la funzione immunitaria. A volte si è ottenuta una correlazione inversa, a volte diretta, a volte nessuna correlazione. Tale contraddizione rischia di portare a sostenere la totale infondatezza di qualunque affermazione riguardante il rapporto tra vita emotiva e salute. Attraverso un esame critico della letteratura in proposito, si giunge a sostenere che: - la misura di un’emozione, specie in condizioni di obiettivo disagio (ad es. in attesa di un intervento chirurgico) confonde inevitabilmente la presenza di un’emozione (o di un suo precursore) e la capacità di esprimere l’emozione stessa; - a causa di questa sovrapposizione il rapporto effettivo tra misure di emozione espressa e salute risulta di tipo curvilineo: uno stato di salute migliore è legato a punteggi intermedi, né estremamente alti né estremamente bassi. Questo spiega l’incostanza dei risultati otte-nuti nella ricerca di una correlazione lineare.