Nella cultura e nella pratica del progetto, nei primi decenni del Novecento, si evidenziano nuove relazioni tra unità-alloggio e formazione dello spazio urbano. In sintonia con le ricerche e le esperienze sulla residenza popolare dei paesi del centro e nord Europa, in Italia si assiste a una svolta significativa con i progetti per Milano di Albini, Camus e Palanti che, tra il 1936 e il 1941, realizzano tre quartieri di ‘matrice razionalista’ dai caratteri fortemente unitari. Gli elementi distintivi della loro identità - ‘alloggi minimi’ e spazi aperti a verde - risultano oggi legati a situazioni di criticità. Lo spazio reale e abitato soffre di alcune insufficienze fisiche che agiscono sugli attuali livelli d’uso degli alloggi, degli spazi comuni interni e degli spazi aperti. Gli scritti presentano alcuni risultati della ricerca ‘Riabitare il Novecento’, incentrata sul recupero dell’edilizia residenziale pubblica del XX secolo