LIBRI DI CLAUDIO PAVESE

La precocissima affermazione a Milano delle tecnologie elettriche fin dagli albori della seconda rivoluzione industriale è strettamente legata all’attenzione ad esse prestata nell’ambiente tecnico scientifico del Politecnico. Proprio grazie alla primogenitura nel campo dell’illuminazione elettrica (1883) e della trazione tramviaria elettrica (1892), secondo le appena consolidate tecnologie americane, Milano si affermò rapidamente come la capitale dell’industria elettrica italiana tanto che già nel 1914 (dunque prima dell’intenso processo di concentrazione dell’immediato dopoguerra) nel capoluogo lombardo aveva sede il 20% delle società elettrocommerciali italiane che detenevano peraltro il 36% del capitale sociale complessivo. Il quadro era completato dalla presenza delle maggiori imprese elettrotecniche e della maggiore azienda elettrica pubblica: l’Aem. I successi dell’imprenditorialità elettrica a Milano sarebbero stati a loro volta all’origine di rilevanti ricadute positive sul Politecnico innescando un rapporto simbiotico privilegiato tra sviluppo del settore elettrico italiano e l’Istituzione formativa milanese. Un rapporto simbiotico "privilegiato" sia quando innescava un circolo virtuoso tra ricerca nel campo dell’elettrotecnica e dell’idraulica e realizzazioni delle centrali idroelettriche e delle linee di trasmissione, sia anche con connotazioni negative quando si consideri che la pervasività del paradigma idroelettrico fu all’origine di tendenze distorte od omissioni quali ad esempio la minore attenzione prestata ad altre forme di energia

Amilcare Mantegazza, Claudio Pavese

L'Atm di Milano

1861-1972. Un secolo di trasporto urbano tra finalità pubbliche e vincoli di bilancio

cod. 1580.7