Gli autori, a partire da alcune considerazioni circa i cambiamenti sociali e culturali che hanno portato, negli ultimi decenni, a significative trasformazioni del tessuto familiare, vogliono porre l’attenzione su quelle forme di violenza che, innescandosi nella dinamica della coppia, trovano la loro espressione, più specificatamente, nella relazione madre-figlio, pur consapevoli che alle situazioni di violenza non è ascrivibile un unico significato in quanto sempre plurideterminate. A partire dall’esperienza clinica, riportata con alcune vignette, si considera l’emergere della violenza agita dalla madre come riferita a "falle" della sua soggettivazione, con una parziale e/o temporanea disorganizzazione della realtà psichica. La violenza sembra, infatti, emergere da un senso di grave minaccia al proprio assetto interno per il soggetto e rappresenta un tentativo di ripristino della soggettività minacciata. Verranno prese in considerazione la qualità della relazione di coppia e la funzione del partner /padre. Si cercherà di differenziare il contesto psicologico propizio alla violenza dalle condizioni in cui essa emerge, oltre a distinguere queste condizioni di emergenza dalle modalità di organizzazione dell’espressione della violenza (Jeammet, 2006).