Partendo da approcci epistemologici differenti allo studio del processo, è possibile individuare modelli decisori e probatori che, a seconda del sistema culturale e giuridico di riferimento, s’interrogano sulla funzione del processo: accertamento della verità; risoluzione della lite, etc. Tuttavia, ancora poco sviluppati sono gli studi dedicati all’influenza della cultura, intesa come contesto di relazioni sociali ed istituzionali, sull’origine e la soluzione di un conflitto giudiziario. Questo contributo mette a confronto, da una parte, modelli logici o epistemologici per lo studio del processo e, dall’altra, modelli culturalisti discutendo alcune posizioni rilevanti nel dibattito scientifico contemporaneo. Inoltre, ispirandosi ad un modello di law in action mostra - attraverso l’analisi di un caso giudiziario - il tipo di agentività posto in essere dal protagonista per la soluzione del caso stesso. Una tale agentività è orientata non solo dalla conoscenza di regole formali quanto piuttosto da codici culturali o norme di comportamento, tipiche dei contesti di attività (famiglia, lavoro, etc.). Con l’obiettivo di conciliare la dimensione di analisi epistemologica del processo con una prospettiva contestuale, viene proposto un modello di socioclinical law per l’analisi di casi giudiziari.