LIBRI DI GAETANO FAUSTO ESPOSITO

Alberto Felice De Toni, Gaetano Fausto Esposito

Strategie e politiche di formazione nelle imprese familiari

L’apprendimento come leva di sviluppo

Il volume analizza le politiche formative e le strategie di business delle imprese familiari italiane. Attraverso un’analisi di tipo quantitativo e qualitativo, condotta su un campione di 4.000 PMI e dieci casi studio aziendali, emerge un quadro completo e articolato del ruolo della formazione nel favorire la crescita del capitale umano e promuovere la competitività aziendale.

cod. 29.3

Gaetano Fausto Esposito

Il circuito innovazione digitale e sostenibilità istituzionale. Uno schema per la valutazione degli effetti sul lavoro

CORPORATE GOVERNANCE AND RESEARCH & DEVELOPMENT STUDIES

Fascicolo: 1 / 2021

L’articolo esamina l’impatto delle tecnologie digitali sull’impiego del lavoro attraversol’el aborazione di un modello qualitativo basato sul concetto di sostenibilità istituzionale, inteso come un circuito in cui il frame istituzionale consente il dispiegamento delle libertà e capacità individuali e la promozione di una maggiore equità e inclusione permette di cogliere le opportunità disponibili. In particolare l’analisi si concentra sull’impatto della digitalizzazione sull’Obiettivo 8 dei Sustainible Development Goals elaborato per l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Attraverso l’esame qualitativo della letteratura esistente si giunge alla conclusione, pur bisognosa di ulteriori approfondimenti e verifiche, che la digitalizzazione ha nel breve periodo un impatto negativo sull’occupazione se valutato in termini di sostenibilità istituzionale, in particolare per le mansioni di basso e medio livello aventi un carattere routinario.Di conseguenza sono necessarie, anche a livello aziendale, politiche di empowerment e di re-skilling digitale del capitale umano, per evitare il fenomeno di esclusione digitale (e-esclusion).

Carla Altobelli, Gaetano Fausto Esposito

Capitale fiduciario e sviluppo a livello regionale: un’analisi esplorativa del ruolo del capitale civico e morale

RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO

Fascicolo: 3 / 2014

A partire dallo studio di Edward Banfield del 1958 diverse ricerche hanno esaminato il nesso tra aspetti fiduciari, istituzioni e sviluppo economico a livello regionale. Minore è stata l’attenzione sul ruolo dell’imprenditorialità sui processi fiduciari e le relazioni con il sistema istituzionale. Il paper, partendo da una scomposizione del capitale fiduciario in capitale sociale, capitale civico e capitale morale, verifica il ruolo delle istituzioni formali e l’influenza di questi fattori sullo sviluppo, formulando alcune ipotesi sul grado di sostituzione/complementarietà tra istituzioni formali e informali. Gli autori elaborano un modello regionale in cui il livello di sviluppo è funzione del capitale sociale, del capitale civico, di quello morale, del grado di efficienza delle istituzioni formali e del livello di imprenditorialità, sottoponendolo a test econometrici. Utilizzando un panel di dati disponibili a livello regionale per gli anni 1995-2012, con le variabili espresse in logaritmi (per ottenere dai coefficienti stimati delle misure di elasticità immediatamente confrontabili), attraverso uno stimatore a effetti fissi, gli autori ottengono risultati significativi e di segno corretto per tutti gli indicatori a livello nazionale. Tre i principali risultati: il ruolo del capitale civico e del capitale morale nel favorire l’imprenditorialità sembra in generale superiore a quello del capitale sociale, oltre che di maggiore impatto al Nord rispetto alla media del Paese. L’effetto (negativo) dell’inefficienza delle istituzioni formali è differenziato per il Centro-Nord e il Mezzogiorno: un sistema istituzionale inefficiente penalizza certamente il Sud in misura lievemente superiore rispetto alla media italiana, mentre non è possibile trarre conclusioni univoche per il Centro-Nord dove la stima di questa variabile non è significativa. Infine, il contributo dell’imprenditorialità è più rilevante al Sud. La presenza di una cultura imprenditoriale attiva è essenziale per lo sviluppo, risultato particolarmente importante nelle aree con livelli di prodotto pro-capite più bassi. Pertanto nelle regioni in ritardo di sviluppo, fino a quando non si sarà consolidato uno stock adeguato di capitale fiduciario, il funzionamento delle istituzioni formali e la presenza di un’imprenditorialità di mercato, incideranno sullo sviluppo più che nel resto del Paese: se le politiche per il Sud aumentassero l’efficienza delle istituzioni formali, promuovendo un ambiente più favorevole all’imprenditorialità, tali aree potrebbero avere una maggiore crescita, riducendo il divario con il resto del Paese.

Gaetano Fausto Esposito, Pietro Spirito

La costruzione del capitale fiduciario.

Motivazione, imprenditorialità e libertà per una nuova politica dello sviluppo

Una spiegazione dello sviluppo in controtendenza rispetto alle tesi dominanti, che attribuisce un ruolo primario al processo di accumulazione del capitale fiduciario e focalizza l’attenzione sul ruolo dell’imprenditorialità e degli spazi di libertà. Un testo per quanti – studiosi, opinion leader e policy maker – sono impegnati a costruire un modo nuovo di progettare le politiche di sviluppo, più attento alla socialità e ai valori umani.

cod. 1072.2

Bernardino Quattrociocchi

Economia del mare e processi d'internazionalizzazione.

Verso una rete trasnazionale per il Mediterraneo

Il volume raccoglie i contributi scientifici, le riflessioni e i suggerimenti operativi emersi nel corso di una giornata di studi sui distretti della nautica, tesa a promuovere una rete, più o meno formale, tra i cluster nautici del Mediterraneo.

cod. 365.837

Gaetano Fausto Esposito, Bernardino Quattrociocchi

I centri di servizio alle imprese come "agenti di sviluppo territoriale": i risultati di una verifica empirica

ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO

Fascicolo: 2 / 2001

Nell'ultimo ventennio il dibattito sul ruolo dei servizi reali alle imprese e la capacità di ammodernamento del sistema produttivo è stato particolarmente vivace e denso di proposte. In tale contesto, con riferimento allo sviluppo dell’imprenditoria, è emerso, in maniera decisa, il contributo dei servizi reali, quali fattori, di natura non erogatoria, in grado di fornire - soprattutto alle imprese più piccole - un complesso di input produttivi capaci di migliorarne le condizioni di competitività. Nel presente lavoro è stato ipotizzato a livello teorico e successivamente attraverso una verifica condotta con un’indagine ad ampio respiro sul campo, che il livello di competitività di un’area locale potesse essere influenzato da due componenti correlate e complementari, quali: l’azione congiunta sul territorio di istituzioni e organizzazioni sociali e finanziarie e la simmetria strutturale tra domanda ed offerta di servizi, utilizzando come strumenti teorici d’interpretazione quelli della "rete di reti multilivello" e di "sistema del valore". Le evidenze empiriche tratte dall’analisi sul campo, seppure da interpretare con cautela, dimostrano una sostanziale funzionalità (sebbene da qualificare in maniera idonea) dell’azione dei centri di servizio.

Istituto Guglielmo Tagliacarne, Unioncamere

Statistica e territorio

Esperienze e nuovi percorsi per l'analisi delle economie locali

cod. 380.121

Maria Antonella Ferri

Dai territori alle destinazioni turistiche.

Domanda, offerta e competitività

Un modello di sviluppo per i turismi di nicchia di qualità, basato sulla logica di rete, in grado di mettere in connessione i diversi protagonisti del sistema turistico, alla luce dei principali strumenti legislativi, economici e gestionali indagati.

cod. 365.920