BOOKS BY GIUSEPPE DE BENEDITTIS

Giuseppe De Benedittis

Ipnosi: tecniche dirette e indirette a confronto: quali scegliere?

IPNOSI

Fascicolo: 1 / 2024

Storicamente tecniche dirette di induzione ipnotica hanno goduto di un posto di rilievo nell’arsenale del clinico e del ricercatore. Le tecniche indirette, introdotte da M. Erickson come approccio finalizzato a bypassare le resistenze di taluni pa-zienti, sono diventate nel tempo lo standard di riferimento della Nuova Ipnosi. L’asserito vantaggio delle tecniche indirette su quelle dirette si basa sulla formulazione di uno stile permissivo che offre al soggetto una vasta latitudine di risposte appropriate esperienziali e comportamentali. Le suggestioni indirette fanno uso di un’ampia varietà di interventi terapeutici che coprono tutte le possibili alternative e offrono al soggetto una scelta di comportamenti terapeuticamente utili, inclu-dendo l’uso di metafore, storie, paradossi e doppi legami. La popolarità di queste suggestioni indirette ha progredito al passo con la popolarità dell’ipnosi ericksonia-na, della quale sono diventata l’emblema. Ma le tecniche indirette sono realmente superiori a quelle dirette? Una revisione della letteratura suggerisce tre conclusioni sulle ipotesi ericksoniane: (a) contrariamente alle opinioni di fonte ericksoniana, lo stile suggestivo indiretto ha scarso effetto sulla risposta obiettiva ai test ipnotici; (b) studi sul dolore indotto in clinica e in laboratorio hanno prodotto risultati contraddittori, tuttavia, i migliori studi controllati non hanno dimostrato una evidente su-periorità delle tecniche indirette su quelle dirette e (c) vi sono prove insufficienti per concludere che l’ipnotizzabilità del cliente sia sostanzialmente una funzione dell’abilità dell’ipnotizzatore. In conclusione, l’evidenza disponibile non consente di affermare la superiorità assoluta delle metodiche indirette su quelle dirette, men-tre il principio di parsimonia suggerisce che l’adozione di tecniche dirette o indirette debba essere valutata caso per caso e non indiscriminatamente, privilegiando un approccio eclettico, non autoreferenziale, più appropriato e funzionale. È giunto il momento di smitizzare alcuni assiomi ericksoniani, per evitare che la Nuova Ipno-si rimanga isolata dal dibattito della comunità scientifica e venga relegata ad una pratica apodittica e non supportata dall’evidenza.

Giuseppe De Benedittis

Dissociazione e ipnosi: dalla teoria alla pratica clinica

IPNOSI

Fascicolo: 2 / 2023

La dissociazione in psicopatologia viene definita come «la frammentazione e/o discontinuità della normale integrazione della coscienza, con particolare riferimento a memorie, identità, emozioni, percezioni, rappresentazioni soma-tiche, controllo motorio e comportamento» (DSM-5, 2013). Storicamente il concetto di dissociazione è stato introdotto per la prima volta alla fine dell’800 da Pierre Janet (désagrégation), che lo definì come il «fallimento nell’integrazione di esperienze (percezioni, memorie, pensieri, emozioni) che sono normalmente associate tra loro nel flusso di coscienza». I suoi meccani-smi neurali sono interpretabili, alla luce delle Neuroscienze, come espressione di una deconnessione cortico-limbica.

La scoperta che una parte straordinaria della nostra vita mentale avviene al di fuori della nostra consapevolezza viene generalmente accreditata a Sigmund Freud, anche se storicamente è di molto antecedente. La mente inconscia è gene-ralmente considerata in psicologia generale come l’ombra della “reale” mente con-scia, ma vi è una significativa evidenza che l’inconscio non sia meno flessibile, complesso, intenzionale della sua controparte conscia. Numerosi sistemi inconsci regolano processi attentivi, percettivi, emozionali, mnestici, valutativi e motivazio-nali. Tali processi cognitivi si manifestano a livello inconscio e influenzano com-portamento ed emozioni (affetti). Le neuroscienze soltanto di recente hanno co-minciato a comprendere i correlati neurali di tali processi e le loro interazioni di-namiche con i processi consci. Ad esempio, come impulsi, pensieri e desideri consci diventino inconsci (e.g., repressione, dissociazione) e, d’altra parte, come impulsi, motivazioni e desideri inconsci diventino consci (e.g., lapsus e/o atti mancati freu-diani). Sulla base dell’evidenza disponibile, non esistono strutture e circuiti cerebra-li specificamente deputati all’elaborazione del pensiero inconscio, ma tutte le re-gioni del cervello partecipano al pensiero cosciente e non cosciente. Qual è il rap-porto tra inconscio e coscienza? Si tende a ritenere che le radici profonde della co-scienza e del senso di sé risiedano in un grande insieme di strutture cerebrali fina-lizzate alla mappatura neurale del corpo e all’omeostasi in modo non consapevo-le. Sarebbe questo il “Proto-Sé” Inconscio (Damasio, 2003), dal quale emergerebbe l’espe¬rienza cosciente. In questa prospettiva, si può arguire che le azioni della men-te inconscia precedono e influenzano l’emergenza della mente conscia. Non sap-piamo se queste attività implicite e automatiche possano essere concettualizzate e organizzate in una mente auto-inconscia che assomigli alla mente auto-cosciente. Anche se percezioni, sentimenti, motivazioni e alcuni processi decisionali possono verificarsi al di fuori della consapevolezza, ciò che sembra mancare è la capacità e l’intensità di queste attività implicite di auto-organizzarsi, possibilmente attraverso un meccanismo bottom-up di coalizioni neurali, in una rappresentazione coerente, significativa e mirata della realtà.

Giuseppe De Benedittis

AUTO-IPNOSI. Alla ricerca della risorsa interiore

IPNOSI

Fascicolo: 1 / 2022

L’auto-ipnosi è una generalizzazione dell’etero-ipnosi, di cui rappresenta la necessaria integrazione. Benché largamente applicata in ambito clinico, poco si sa della sua fenomenologia, della relazione con l’etero-ipnosi e la mindfulness, dei suoi meccanismi neurofisiologici e neuropsicologici, della sua efficacia clinica e del suo profilo di sicurezza. La letteratura in merito è sorprendentemente scarna e aneddotica. L’auto-ipnosi costituisce un’importante risorsa interiore auto-regolatoria e terapeutica, qualitativamente differente dall’etero-ipnosi, ma verosimilmente di non diversa efficacia clinica in numerosi ambiti di applicazione (e.g. controllo del dolore, dell’ansia, dei disturbi della condotta alimentare, ecc.). I correlati neurofisiologici e neuropsicologici dell’auto-ipnosi restano virtualmente sconosciuti per la mancanza di studi dedicati e di confronto con l’etero-ipnosi. Si discute ancora se l’esperienza auto-ipnotica possa essere autogena o indotta dalla suggestione etero-ipnotica, mentre sembra accertata una correlazione positiva tra ipnotizzabilità e profondità della trance auto-indotta. Anche il profilo di sicurezza rimane largamente impregiudicato, perché la stragrande maggioranza degli studi clinici omette la prevalenza e la tipologia di eventi avversi e/o effetti collaterali dipendenti dalla pratica ipnotica in generale. Assiomaticamente, si tende a considerare l’auto-ipnosi come una pratica altamente sicura e priva di effetti collaterali. In conclusione, all’importanza clinica dell’auto-ipnosi corrisponde paradossalmente una sostanziale mancanza di studi clinico-sperimentali. L’auto-ipnosi è dunque una Terra Incognita che aspetta urgentemente di essere esplorata.

Una crescente evidenza suggerisce che l’asse intestino-cervello possa svolgere un ruolo chiave nelle condizioni di salute e malattia attraverso una rete di comuni-cazioni bidirezionali che coinvolge percorsi neurali e immunoendocrini. Questa complessa interazione influenza profondamente sia il microbiota intestinale che il comportamento del cervello. La disbiosi del patobioma intestinale è rilevante per la patogenesi di disturbi gastrointestinali funzionali, sindromi dolorose croniche, disturbi neurologici e mentali. Di conseguenza, il targeting del microbiota intestina-le sta emergendo come una nuova, efficace prospettiva terapeutica. Tra le molte opzioni di trattamento, gli interventi psicologici, inclusa l’ipnosi, sono stati utilizzati per modulare lo Psicobioma e il suo analogo ipnotico, l’Ipnobioma. Oltre a una revisione della letteratura recente, viene riportato uno studio pilota su una paziente con Sindrome del colon irritabile (IBS) trattata con successo con ipnosi simil-quantica. L’esito positivo del trattamento è stato associato a una significativa di-minuzione di taxa microbici patologici concomitante con un aumento di taxa fi-siologici. Questi risultati preliminari suggeriscono che l’Ipnobioma può rappresentare una nuova promettente frontiera dell’ipnositerapia.

Il modello dualistico mente-corpo risulta da tempo inadeguato sul piano sia epistemologico che clinico. Per superare la dicotomia tra mente e corpo, viene pro-posto un nuovo paradigma basato sulla teoria dei sistemi complessi caotici e sulla meccanica quantistica. In questa prospettiva, l’interfàcie Mente/Corpo rappresen-ta un sistema caotico, governato dal principio di probabilità, come evidenziato nel-la fisica subatomica e nella meccanica quantistica, piuttosto che dal principio de-terministico di causalità. Patterns di comportamento caotico possono essere ri-scontrati nell’attività neuronale e l’applicazione di modelli caotici sembra essere rilevante per la ricerca mente-corpo e il processo di trance. È stata proposta una teoria della Coscienza Quantistica, in gran parte controversa, poiché la Fisica Quantistica si applica al mondo subatomico e non alle macrostrutture, come il cervello. La cognizione quantica è una disciplina emergente che applica il formali-smo matematico della teoria quantistica per esplorare e modellare fenomeni co-gnitivi, come l’elaborazione delle informazioni da parte del cervello umano, supera i limiti e le carenze del dualismo cartesiano e la teoria generale quantistica. Poiché l’ipnosi è uno stato speciale di coscienza, la cognizione quantica si applica al fun-zionamento cognitivo ipnotico piuttosto che alla struttura ipnotica.

Giuseppe De Benedittis, Camillo Loriedo

Trattato di ipnosi

Dai fondamenti teorici alla pratica clinica

Un volume autorevole e aggiornato per clinici, quali medici, psicologi, psicoterapisti, odontoiatri e altri operatori sanitari. Realizzato e curato dai massimi esperti del campo nel nostro paese, questo testo ambisce a diventare la pietra angolare e il punto di riferimento a venire per l’ipnosi clinica e psicoterapica.

cod. 751.15

Giuseppe De Benedittis

Il magico incontro

Dalla fisica quantistica all'ipnosi quantica: una prospettiva innovativa

Le moderne acquisizioni suggeriscono che la fisica quantistica possa rappresentare il ponte tra Mondo Esterno e Mondo Interiore, del quale l’ipnosi costituisce una presenza altamente significativa. Se il Magico Incontro tra fisica quantistica ed ipnosi sarà dimostrato non solo come possibile ma inevitabile, si apriranno nuove e stupefacenti prospettive sul cruciale problema mente/corpo. Alcuni esempi di applicazioni cliniche e scripts di ipnosi simil-quantica completano utilmente la trattazione del volume.

cod. 751.11

Il modello dualistico mente-corpo risulta da tempo inadeguato sul piano sia epistemologico che clinico. Per superare la dicotomia tra mente e corpo, viene proposto un nuovo paradigma basato sulla teoria dei sistemi complessi caotici e sulla meccanica quantistica. In questa prospettiva, l’interfaccia mente-corpo rappresenta un sistema caotico, governato dal principio di probabilità, come evidenziato nella fisica subatomica e nella meccanica quantistica, piuttosto che dal principio de-terministico di causalità. Patterns di comportamento caotico possono essere riscontrati nell’attività neuronale e l’applicazione di modelli caotici sembra essere rilevante per la ricerca mente-corpo e il processo di trance. È stata proposta una teoria della coscienza quantistica, in gran parte controversa, poiché la Fisica Quan-tistica si applica al mondo subatomico e non alle macrostrutture, come il cervello. La cognizione quantica è una disciplina emergente che applica il formalismo matematico della teoria quantistica per esplorare e modellare fenomeni cognitivi, come l’elaborazione delle informazioni da parte del cervello umano, supera i limiti e le carenze del dualismo cartesiano e la teoria generale quantistica. Poiché l’ipnosi è uno stato speciale di coscienza, la cognizione quantica si applica al funzionamento cognitivo ipnotico piuttosto che alla struttura ipnotica.

Claudio Mammini, Emanuele Mazzone

Il rapport: una relazione speciale che cura

Responsività, reciprocità e sincronismo nella psicoterapia naturalistica ericksoniana

In questo volume, ventisei autori con studi e orientamenti differenti affrontano il tema del rapport contribuendo, ognuno con la propria peculiarità, a illustrarne le caratteristiche. Lo scopo è di fornire al lettore nozioni teoriche, cliniche e tecniche in merito alla costruzione di quella speciale relazione terapeutica chiamata rapport ipnotico che consente all’interazione di evolvere in rapporto che cura.

cod. 751.1.2

Giuseppe De Benedittis

Dall’ipnosi alla psicoanalisi e ritorno. Un secolo di ipnoanalisi

IPNOSI

Fascicolo: 1 / 2019

L’ipnoanalisi è una tecnica psicoterapeutica avanzata che utilizza la metodo-logia psicoanalitica in un contesto ipnotico. Costituitasi un secolo fa, essa raccoglie l’eredità del paradigma psicoanalitico nelle sue diverse declinazioni, caratterizzan-dosi per l’elevato potenziale creativo e per la capacità di identificare e rimuovere conflitti inconsci in tempi solitamente molto più rapidi di quelli necessari al proces-so analitico. L’ipnoanalisi si avvale principalmente della regressione di età o rivivi-ficazione e, di conseguenza, richiede preferibilmente soggetti altamente ipnotizza-bili. Altro elemento centrale del processo ipnoanalitico è l’analisi, ma soprattutto, l’induzione di sogni "spontanei" notturni e ipnotici (oniroipnosi). Benché ingiusta-mente oscurata prima dalla psicoanalisi e poi dalle metodiche ericksoniane, l’ipnoanalisi rivendica la sua specificità e la sua straordinaria efficacia nelle condi-zioni d’uso. Essa ha avuto il grande merito di coniugare creatività e incisività del mezzo ipnotico con lo "scenario di senso" dell’approccio psicoanalitico, cogliendo il meglio di entrambi.

Giuseppe De Benedittis

Ipnosi e meditazione a confronto. Similarità e differenze

IPNOSI

Fascicolo: 1 / 2018

L’ipnosi è stata per molto tempo un concetto elusivo per la scienza. Tuttavia i progressi decisivi delle neuroscienze negli ultimi decenni hanno costruito un "ponte di conoscenze" tra ricerca neurofisiologica e psicofisiologica, illuminando di nuova luce le basi neurali dell’esperienza ipnotica. Inoltre, una nuova ambiziosa area di ricerca si pone come obiettivo la mappatura dei processi fondamentali della psicoterapia e dei meccanismi neurobiologici sottostanti. Il Cervello Ipnotico può servire come uno strumento prezioso ed insostituibile per indagare i processi neurocognitivi, nel mentre tecniche cognitive possono a loro volta gettare nuova luce sulle basi neurali dell’ipnosi. Un numero crescente di studi offre una nuova prospettiva dei meccanismi neurali del Cervello Meditativo. È probabile che stili meditativi diversi si caratterizzino per modelli neurodinamici specifici. Ipnosi e Meditazione rappresentano due importanti, storici e influenti pietre angolari rispettivamente della civiltà e cultura occidentale ed orientale. Le Neuroscienze hanno iniziato a offrire una migliore comprensione dei meccanismi del cervello ipnotico e meditativo, delineando somiglianze ma anche differenze tra i due stati e processi. È importante evitare di considerare la superiorità di un sistema (occidentale vs orientale) sull’altro. La contaminazione delle antiche tecniche di meditazione orientale con quelle dell’Occidente (i.e., ipnosi), se opportunamente perseguita nel rispetto delle diverse radici culturali, può di fatto portare al reciproco arricchimento.

Giuseppe De Benedittis, Claudio Mammini

Blue Book.

La guida all'ipnosi evidence based

La prima guida mai realizzata nel nostro Paese, da parte della Società Italiana di Ipnosi (SII), finalizzata a offrire all’utenza e alle categorie professionali interessate (medici di base, specialisti, psicologi, psicoterapeuti, odontoiatri e operatori sanitari in genere) un orientamento sulle principali applicazioni dell’ipnosi in ambito clinico, unitamente ai risultati clinici evidence-based. Una guida essenziale, ma autorevole, snella e di agevole lettura, integrata da una breve bibliografia ragionata.

cod. 751.1.1

Camillo Valerio, Claudio Mammini

L'evoluzione clinica dell'ipnosi

Il volume tratta, in maniera originale e aggiornata, applicazioni cliniche, ricerche, storia, filosofia e quanto, relativamente all’ipnosi, sia d’interesse per ogni professionista della cura della psiche: lo psicoterapeuta di qualsiasi orientamento clinico, lo psichiatra, il medico, lo psicologo, il ricercatore, oltre, naturalmente, allo psicoterapeuta ericksoniano.

cod. 751.2

Giuseppe De Benedittis

Tuning-in: controtransfert e risonanza emotiva nella relazione ipnotica

IPNOSI

Fascicolo: 1 / 2005

La relazione terapeutica, e, conseguentemente, quella ipnotica, si muove tra due polarità ineludibili: transfert e controtransfert. Il successo di una psicoterapia dipende in larga parte da fattori aspecifici che primariamente si identificano nel cosiddetto campo relazionale. Il rapport ipnotico rappresenta un campo relazionale di particolare intensità che, se opportunamente gestito, è un valore aggiunto al processo psicoterapico. Empatia e risonanza emotiva, quali strumenti privilegiati di comunicazione emozionale e di sintonizzazione ritmica tra terapeuta e paziente, contribuiscono significativamente al successo del processo riparativo e costituiscono il nostro terzo orecchio per ascoltare i bisogni profondi del paziente in un’atmosfera terapeutica di accoglienza.

Giuseppe De Benedittis, Emanuele Del Castello

Dall'ipnosi ericksoniana alle neuroscienze.

L'ipnosi fra scienza, cultura e tecnica terapeutica

Ipnosi e nuova ipnosi in Italia: alcune domande emblematiche del fermento che da anni caratterizza questo mondo. È possibile una rigorosa ricerca scientifica in quella che rimane, transculturalmente, la più antica forma di psicoterapia? Quali sono le implicazioni psicoterapeutiche dei recenti sviluppi delle neuroscienze, resi possibili dalle raffinate metodiche di studio del sistema nervoso centrale?

cod. 1143.23