L’articolo ricostruisce il percorso e le acquisizioni della letteratura sociologica sul tema dei "confini dell’impresa" nel loro intreccio con le norme giuridiche e le istituzioni regolative. In particolare, si focalizzerà su tre nodi sviluppati da questa letteratura: il riconoscimento della sostanziale natura di "arbitraggio regolativo" dei processi organizzativi di frammentazione e di scomposizione della produzione e la centralità degli assetti regolativi e istituzionali nella loro analisi; il ruolo e le modali-tà di azione degli attori della regolazione e come queste sono influenzate dalle ca-ratteristiche delle configurazioni organizzative; la (non) applicazione delle norme come variabile, i modi in cui i processi di frammentazione organizzativa la favori-scono e il ruolo dello stato in questi processi.
La crescita delle disuguaglianze nel mercato del lavoro e della segmentazione fra "insider" e "outsider" sono stati un tema molto presente nella discussione accademica e, più recentemente, anche nel dibattito pubblico. Raramente, invece, sono state analizzate le forze trainanti che stanno dietro a questi fenomeni. In particolare, è rimasto ai margini della discussione il ruolo della domanda di lavoro (ossia le pratiche di reclutamento dei datori di lavoro e l’organizzazione dei processi produttivi) nel produrre disuguaglianze e segmentazione. Tuttavia, le scelte di disintegrazione verticale delle organizzazioni, pubbliche e private, sono state fortemente associate alla crescita di cattivi lavori e di fenomeni di segmentazione. Il presente contributo analizza questo tema attraverso l’analisi delle strategie datoriali in due settori economici, i servizi pubblici e la macellazione, evidenziando le motivazioni che stanno alla base di queste scelte e le loro conseguenze in termini di produzione di diseguaglianze e di peggioramento della qualità del lavoro. Attraverso quest’analisi mostreremo come sia necessario riportare le scelte organizzative delle imprese al centro della discussione su diseguaglianze e qualità del lavoro e che le politiche mirate a migliorare la qualità del lavoro dovrebbero concentrarsi non solo sul lato dell’offerta del mercato del lavoro, ma anche su lato della domanda.
Negli ultimi decenni, il tema della segmentazione del mercato del lavoro ha acquisito una nuova rilevanza nel dibattito politico e scientifico. All’interno di questa letteratura, un tema particolarmente dibattuto e stato il ruolo dei sindacati in questi processi. Secondo la letteratura sulla dualizzazione, essi hanno contribuito a rafforzare, piuttosto che a limitare, segmentazione e crescita delle diseguaglianze, dal momento che si sono focalizzati sulla difesa dei propri iscritti, concentrati essenzialmente nell’area piu protetta del mercato del lavoro. Attraverso l’analisi delle strategie adottate dalle organizzazioni sindacali dei settori chimico e metalmeccanico in Germania a fronte di processi di esternalizzazione e utilizzo di lavoro non-standard, lo studio mette in discussione questa prospettiva. Mostreremo come non necessariamente le organizzazioni sindacali escludano gli outsider. Cio dipende dal fatto che la difesa dei propri iscritti e solo una delle possibili motivazioni che definiscono l’azione sindacale. Inoltre, mostreremo come la stessa volonta di difendere gli interessi dei lavoratori piu stabili non porti necessariamente a un’esclusione dei lavoratori piu periferici, dal momento che una crescita di questi ultimi mette spesso in discussione anche la posizione dei primi. Rappresentare i lavoratori piu vulnerabili diventa, quindi, per le organizzazioni sindacali una necessita per difendere anche i lavoratori piu stabili.
Il contributo discute quali siano le possibili vie d’uscita dalla crisi, ormai decennale, che le organizzazioni sindacali dei Paesi occidentali stanno attraversando. A partire da una discussione sulle diverse "risorse di potere" su cui si fonda la capacità di influenza del sindacato, esamineremo quelle strategie che si basano sul rafforzamento dei sostegni istituzionali all’azione sindacale e sul riconoscimento di soggetti esterni, discutendone limiti ed elementi problematici. Sosterremo, poi, che la ricostruzione delle basi autonome di potere sindacale, attraverso l’organizzazione di settori non organizzati della forza lavoro e la costruzione di coalizioni con altri soggetti sociali, sia la sola possibilità di superare questa fase di difficoltà.
L’articolo si colloca al crocevia tra tre ambiti problematici: le trasformazioni del capitalismo contemporaneo, gli orizzonti dell’azione sindacale e il ruolo della ricerca sociale. Alcune delle principali caratteristiche del capitalismo reticolare, che è la forma assunta dal capitalismo nei decenni più recenti, vengono schematicamente richiamate. È in questo contesto, infatti, che l’azione sindacale è venuta mostrando crescenti segni di affanno e di difficoltà, sia per quanto riguarda il suo ‘potere strutturale’ che quello ‘associativo’. Tuttavia, è in questo stesso contesto che emergono, in diverse parti del mondo, esperienze significative di innovazione dell’azione sindacale stessa. Queste risultano assai interessanti per rinnovare il patrimonio delle risorse cognitive e metodologiche cui la solidarietà organizzata può attingere. Si tratta di uno scenario in cui, a fronte dell’ondata espansiva della mercificazione che ha segnato i decenni più recenti, sembra particolarmente utile riprendere il concetto messo a fuoco da Karl Polanyi, di ‘contro-movimento’. A tale proposito, la ricerca sociale svolge un ruolo assai importante, per quanto delicato.
Giovani ricercatori italiani a confronto
Il volume offre un completo insieme di approcci e analisi, sia teoriche sia empiriche, sui problemi odierni del lavoro. Le tematiche del lavoro, più che mai oggi in profonda trasformazione e mutamento, vengono analizzate e interpretate da giovani ricercatori italiani, universitari e non, di scienze sociali e in specifico di orientamento socio-lavorista.
cod. 1529.2.115
Sindacati e movimenti sociali nella globalizzazione dei processi produttivi
Il processo di globalizzazione ha riconfigurato profondamente il contesto in cui si esercita il potere del lavoro (i movimenti sociali e le organizzazioni ad esso legati), tanto nella sua dimensione strutturale che in quella associativa. Se questo nuovo scenario globale presenta diversi elementi di indebolimento di tale potere, mostra però le tracce di possibili innovazioni nelle strategie e nelle logiche di azione collettiva.
cod. 1529.123