LIBRI DI LUCA FERRUCCI

La ricerca ha estratto dal catalogo 21 titoli

Giulio Ferrigno, Luca Ferrucci

La bicicletta nel nuovo millennio

La rinascita di un settore tra innovazione, internazionalizzazione e sostenibilità

Il settore delle biciclette è al centro di importanti cambiamenti di natura tecnologica, economica e sociale. Con l’obiettivo di cogliere la portata di questi mutamenti, il volume affronta il tema dell’importanza strategica del settore della bicicletta, specialmente per un paese come l’Italia. Un testo destinato non solo agli appassionati di bicicletta, ma anche a coloro che – come imprenditori, manager e policy makers – sono attivi nella produzione e valorizzazione di questo mezzo di mobilità.

cod. 366.149

Questo volume intende analizzare il problema della varietà delle imprese a partire dalla differente configurazione dei loro assetti proprietari e di governo. Lo scopo è di fornire nuovi strumenti di interpretazione e di analisi a favore degli studiosi – ma anche dei policy makers e dei manager – in relazione alle fonti di competitività che i vari modelli di corporate governance manifestano.

cod. 367.111

Giorgio Eduardo Montanari, Luca Ferrucci

Le politiche per la competitività e l'innovazione delle imprese in Umbria.

Una valutazione di impatto

Il volume è frutto di un accordo di collaborazione sottoscritto tra l’Assemblea legislativa della Regione Umbria e l’Università degli Studi di Perugia, per la realizzazione di attività a supporto della funzione di valutazione delle politiche pubbliche regionali. I contenuti del volume documentano i risultati raggiunti, partendo da una base conoscitiva ampia e approfondita sulla quale è stata innestata l’analisi di valutazione dell’impatto degli interventi regionali. Ciò ha comportato una disamina della legge e lo studio della sua implementazione che presenta forti intrecci con i Programmi Operativi Regionali per l’utilizzo dei Fondi Comunitari FESR.

cod. 10365.32

Sebbene sia prematuro parlare di uno sviluppo endogeno di tipo inclusivo, sostenibile e intelligente per la stragrande maggioranza dei paesi africani, una tendenza strutturale sembra comunque in atto. Il volume evidenzia la crescente differenziazione economica e istituzionale tra i paesi africani e i diversi percorsi di internazionalizzazione delle imprese che sono state analizzate e che operano stabilmente in questo vasto e variegato continente.

cod. 365.1109

Luca Ferrucci, Antonio Picciotti

Il gruppo Margaritelli: dai sentieri della crescita a quelli della ristrutturazione e del Turnaround

MERCATI E COMPETITIVITÀ

Fascicolo: 4 / 2013

L’articolo presenta il caso del gruppo Margaritelli, un’impresa multi-business avente la propria sede legale in Umbria e i cui ambiti di operatività vanno dai pavimenti in legno alle traverse ferroviarie, fino alla produzione di veicoli industriali. In particolare, l’obiettivo del lavoro è quello di identificare gli effetti che la crisi economica internazionale ha generato sulle dinamiche di sviluppo dell’impresa e le strategie che la stessa ha saputo attivare in termini di trasformazione del proprio modello di business. I risultati dell’indagine evidenziano che la crisi, pur determinando significativi effetti economici negativi, è stata anche l’occasione per rafforzare nuove strategie di innovazione e di internazionalizzazione nonché per pervenire alla definizione e all’adozione di nuovi assetti di corporate governance.

Partendo dall’analisi di una città – quella di Perugia – dai forti connotati distintivi, in termini storici, orografici e culturali, il volume si interroga sulla crisi dei centri storici delle città di medie dimensioni, di cui spesso sono specchio i servizi commerciali. Come è possibile uscirne? Quali sono i sentieri da perseguire?

cod. 365.1006

Il volume avanza l’ipotesi che l’impresa, generando reddito e occupazione, e anche operando sui valori e le relazioni del territorio, possa dare un contributo essenziale al bene comune, occupando una posizione centrale nella costruzione di questo.

cod. 364.183

Giuseppe Pace

Sviluppo, innovazione e conoscenza.

Strumenti per un'economia mediterranea

Il volume riflette sulla necessità di declinare significato e obiettivi dell’economia e delle pratiche regionali a seconda dei diversi contesti geografici. Si possono chiarire percezioni totalmente differenti dell’economia regionale soltanto se s’impara a comprendere e osservare le differenze culturali e sociali che esistono tra le regioni, parti talvolta contigue di uno stesso ambito nazionale.

cod. 365.756

Bruno Bracalente, Luca Ferrucci

Eventi culturali e sviluppo economico locale.

Dalla valutazione d'impatto alle implicazioni di policy in alcune esperienze umbre

Sulla base di specifiche ricerche relative a tre diverse manifestazioni tenutesi a Perugia tra il 2007 e il 2009 – il festival musicale Umbria Jazz, la mostra dedicata a Pinturicchio e la mostra “Da Corot a Picasso, da Fattori a De Pisis” –, il volume analizza gli effetti economici indotti dagli investimenti negli eventi culturali, e studia come costruire sinergie tra le manifestazioni e le identità storiche e artistiche nell’ambito dello sviluppo economico locale.

cod. 365.628

Riccardo Varaldo, Daniele Dalli

Un tesoro emergente.

Le medie imprese italiane dell'era globale

Il volume offre una visione organica dei fattori di successo e di sostenibilità della media impresa italiana. Presenta un modello analitico basato su quattro asset (imprenditorialità, competitività, organizzazione e internazionalizzazione) e alcune chiavi di lettura generali, nonché le relative implicazioni per la gestione delle imprese e per le decisioni di policy. Analizza infine trenta casi di studio per sviluppare il modello analitico e le relative implicazioni.

cod. 364.170

AA.VV

I cambiamenti del sistema bancario in Umbria.

Gli effetti sul mercato

Il volume analizza le dinamiche del cambiamento del sistema bancario in Umbria, dove, per effetto di rilevanti processi di acquisizione da parte di gruppi nazionali, si è venuto a consolidare un assetto fondato sulla rarefazione di istituti di credito aventi natura proprietaria regionale. Il testo, frutto di un convegno, cerca di rispondere ad alcune domande chiave sul ruolo che le grandi banche nazionali e regionali possono avere rispetto alle traiettorie dello sviluppo economico locale.

cod. 365.553

Luca Ferrucci, Daniele Porcheddu

Centri storici e regolamentazione regionale del commercio in Italia

ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO

Fascicolo: 3 / 2002

Il rapporto tra la regolamentazione urbanistica e quella di tipo commerciale nell’ambito dei centri storici è apparso particolarmente dialettico nel nostro Paese. In questo articolo identifichiamo e descriviamo tre differenti fasi regolamentative relative al commercio nei centri storici negli ultimi trenta anni. In particolare, la fine degli anni Novanta è segnata dall’introduzione nel nostro ordinamento del decreto legislativo n.114/1998, «Riforma della disciplina relativa al commercio», che enuncia alcuni importanti principi, affidando poi alle singole Regioni il compito di elaborare una propria specifica strategia per la valorizzazione commerciale e urbanistica dei centri storici. Il tenore dell’intero decreto legislativo evidenzia una notevole discrezionalità d’intervento riconosciuta alle Regioni tanto da far parlare, anche in Italia, di un passo concreto verso il federalismo. Nella parte centrale del lavoro, cerchiamo di evidenziare, con riferimento alle regioni italiane, l’eventuale esistenza di una relazione positiva tra il grado di liberismo della normativa regionale sui centri storici (prodotta dopo l’introduzione del decreto 114/98) e il livello di modernizzazione del sistema distributivo regionale. L’ipotesi che cerchiamo di testare è quella per cui, laddove esiste una struttura distributiva regionale a minore intensità di supermercati, ipermercati e centri commerciali, si riscontrano anche maggiori pressioni politico-istituzionali nei confronti dei policy makers da parte degli operatori commerciali esistenti, al fine di conservare uno status quo storicamente consolidato; di conseguenza, in queste circostanze tenderebbe a prevalere un orientamento normativo regionale con minori valenze liberiste. L’analisi (fondata su tecniche statistiche multivariate) ha messo in luce l’esistenza di numerose Regioni per le quali esiste una relazione positiva tra grado di liberismo all’accesso nei centri storici e livello di modernizzazione del sistema distributivo (tale risultato è anche sostenuto sul piano quantitativo da un elevato coefficiente di correlazione per ranghi di Spearman). I risultati evidenziano una certa varietà comportamentale delle Regioni nell’interpretazione, in senso più o meno liberista, dell’ampio margine di discrezionalità previsto dal decreto 114/98. E’ comunque interessante osservare che le preoccupazioni per il degrado urbanistico e commerciale dei centri storici hanno spinto i policy makers regionali ad assumere sostanzialmente due alternative opzioni normative: un’impostazione complessivamente liberista, da una parte, ed una seconda opzione fondata sul tentativo di tutelare e preservare lo status quo, al fine di non destabilizzare ulteriormente la struttura di offerta commerciale ereditata dal passato. Nella parte finale del lavoro discutiamo l’opportunità, per le Regioni, di aprirsi ad un’altra decisiva stagione regolamentativa che consenta il superamento di questa stringente dicotomia liberismo - protezionismo. In effetti, gli scenari di auto-annientamento del commercio nei centri storici non possono essere neutralizzati né con strumenti classici di protezionismo, né attribuendo al gendarme del liberismo concorrenziale il compito di strutturare nuove soluzioni socio-economiche di vivibilità nei centri storici. Piuttosto, le forme auspicate di regolamentazione commerciale nei centri storici devono mirare ad una progettualità integrata, capace di indurre l’innovazione tra gli operatori commerciali esistenti, promuovendo anche forme di cooperazione tra i vari attori al fine di migliorare la vivibilità e l’attrazione dei centri storici.

Luca Ferrucci, Daniele Porcheddu

Riforma del commercio, discrezionalità delle Regioni e continuità con il passato

INDUSTRIA & DISTRIBUZIONE

Fascicolo: 1 / 2002

La Riforma del commercio introdotta con il D.Lgs. n. 114/98 rappresenta un interessante elemento di discontinuità rispetto ad una regolamentazione di settore tradizionalmente e sostanzialmente centralistica e vincolistica. L’ampia discrezionalità del sistema di normazione a cascata che la Riforma prevede, se può far parlare da un lato di federalismo commerciale, dall’altro pone non poche preoccupazioni in termini di presumibili differenziazioni regolamentative a livello locale tali da far emergere un diverso grado regionale di liberismo. A partire dall’esame della normativa regionale prodotta in applicazione del D.Lgs. n. 114/98 si è condotta una cluster analysis in grado di fornire una mappatura delle regioni italiane in termini di liberismo nei confronti dei potenziali entranti nel settore commerciale piuttosto che nei confronti di imprese già operanti. Queste partizioni sono state successivamente incrociate con una mappatura delle regioni italiane in termini di modernità del sistema distributivo. I principali risultati ottenuti sono stati i seguenti: - la varietà comportamentale delle Regioni - sul piano della regolamentazione - sembra inferiore a quanto ci si sarebbe aspettato; - le opzioni normative regionali hanno scelto di offrire significativi gradi di libertà agli operatori economici già presenti, piuttosto che favorire l’accesso di nuovi operatori commerciali, che avrebbero potuto destabilizzare in misura maggiore gli equilibri competitivi storicamente consolidati; - il livello di modernizzazione del commercio regionale ha influenzato, in buona misura, il comportamento di numerose Regioni, le quali hanno preferito assumere atteggiamenti relativamente protezionistici al fine di non alterare, in modo radicale, la struttura commerciale ereditata dal passato. Nel complesso, sembra che molti propositi liberisti del D.Lgs. n. 114/98 siano stati traditi dalle legislazioni regionali. È, comunque, indubbio che tali differenti regolamentazioni costituiranno la base per una differenziazione evolutiva nelle traiettorie di modernizzazione regionale del commercio.