LIBRI DI RAFFAELE BRANCATI

Il breve articolo che si propone ha lo scopo di introdurre qualche dubbio relativo alla utilità della generalizzazione dei metodi controfattuali nelle analisi valutative e, soprattutto, alla possibilità che ci si possa basare su di essi come unico approccio analitico nelle analisi. Fermi restando il rigore e la qualità teorica che ispirano i metodi controfattuali ci si sofferma brevemente su alcuni vincoli applicativi e informativi (con particolare riferimento alle analisi sulle politiche industriali) e soprattutto su limiti caratteristici che rendono troppo debole tale approccio (e di modesta utilità per il policy maker) se proposto come "unico" metodo.

R&D and innovation in Italian manufacturing firms: some evidence from the MET 2009 survey - This work provides results from a survey based on a very large sample (25,000 firms) of Italian manufacturing firms carried out by MET in 2008. This survey, completed straight before the deepening of the financial crisis, aims to offer a detailed picture of the Italian industrial system with its regional, dimensional and sector-based variability. We show some evidence related to innovation and R&D activities. Intense heterogeneity among Italian regions is identified (other than north/south dualism). The main contribution of the work is to provide some measures of innovation and R&D for the smallest firms. Firm size is particularly relevant in explaining the intensity of R&D and the spread of innovation. Nevertheless, there is a key role of small firms in explaining the aggregate innovation performance both at regional and national level. Strong links between Innovation, R&D and Internationalisation are confirmed. R&D activities among small firms have specific characteristics: external research is widespread with an important role played by laboratories shared with other firms.

L’articolo riporta alcuni risultati di un lavoro istituzionale e di ricerca applicata ad uno dei principali programmi di sviluppo regionale cofinanziati dall’Unione Europea, quello della Campania. Il lavoro si è svolto nell’ambito della cosiddetta valutazione intermedia del programma e offre analisi e modelli utilizzati in condizioni di informazioni scarse. L’attenzione principale viene posta al rapporto strumenti-obiettivi, visto come legame essenziale e motivazione sostanziale delle politiche, ma la strumentazione di supporto alle decisioni ha offerto la possibilità di un confronto tra analisti, amministratori e policy-maker nella fase delicata di riprogrammazione dei fondi. Gli elementi essenziali del confronto sono rappresentati da tre aspetti: la definizione dei vincoli di minimo e di massimo di risorse da attribuire ad ogni forma di intervento determinati anche in considerazione delle problematiche amministrative, la specificazione dei rapporti strumenti-obiettivi di stretta competenza degli analisti (anche con il ricorso a metodiche molto diversificate), la definizione dell’importanza da attribuire ai diversi obiettivi da parte del policy maker. L’utilizzazione effettiva del modello ha consentito una sperimentazione originale.