@article{38758, year={2009}, issn={1972-5515}, journal={SOCIETÀ E STORIA }, number={126}, volume={XXXII}, doi={10.3280/SS2009-126001}, title={"Maybe we are still fighting the same war". Gli Stati Uniti tra i corsari del XVIII secolo e i terroristi del XXI}, abstract={Gli Stati Uniti d’America, da pochi anni resisi indipendenti, affrontarono le reggenze nordafricane di Tripoli e Algeri in due successivi conflitti, nel 1801-1805 e nel 1815. Tali episodi bellici vennero preceduti, accompagnati e seguiti da un fiorire di pubblicazioni, opera dei - o comunque relative ai - cittadini americani che, sorpresi in navigazione mercantile, furono oggetto della «guerra di corsa» condotta dai nordafricani e ne subirono le conseguenze, venendo condotti nel Maghreb in stato di «schiavitù» e in attesa di riscatto. Questi cosiddetti captivity tales and plays giocarono un ruolo non indifferente sul pubblico statunitense, preparandone il consenso e predisponendolo allo scontro, e influenzarono in modo duraturo la percezione e la concezione del mondo islamico nell’immaginario popolare. Gli attacchi terroristici contro New York del settembre 2001 hanno da una parte rinnovato l’interesse per le «Barbary Wars» d’inizio ottocento, e dall’altra favorito il paragone tra quelle e la odierna «War on Terror», portando spesso a forzature e analogie azzardate. Il presente articolo cercherà di delineare appunto questo percorso, attraverso l’analisi di una serie di saggi pubblicati negli ultimi anni negli Stati Uniti e in area anglosassone.} url={http://www.francoangeli.it/Riviste/Scheda_rivista.aspx?idArticolo=38758}, author={Andrea Pelizza} pages={587-614}, language={IT}}