Nella trasformazione post-industriale e con il dilemma della globalizzazione fra liberazione e alienazione, Vito Volpe indica la costruzione di se anche come "farsi costruire dagli altri", sottolinea un doppio legame da cui non si può prescindere fra l’io e il noi, mostra la superiorità del lavoro come sviluppo dell’uomo rispetto al lavoro come scambio, specie nel tempo della moltiplicazione dei lavori e delle figure professionali.