L’eccessiva lunghezza dei processi discrimina i membri della comunità danneggiando i più deboli: proprio quelli cioè che più avrebbero bisogno di protezione e quindi di giustizia. Nelle cause penali se si han risorse economiche si hanno anche migliori risorse tecniche per giungere alla prescrizione o ad un’attenuazione delle conseguenze di una infrazione. Nelle cause civili i costi, i tempi, le disparità con una controparte economicamente - e quindi tecnicamente - più forte inducono il più debole a fuggire dalla giustizia con una rinuncia o una transazione in perdita. Di qui la centralità della questione della efficienza, che deve tener conto delle profonde trasformazioni sociali intervenute in questi anni, ma che non può prescindere da valori fondamentali come il rispetto per gli altri e l’indipendenza di tutti gli attori del processo.