Divertente excursus delle rappresentazioni cinematografiche degli operatori della salute mentale, che non trascura riflessioni sulla natura del medium cinematografico e sulla sua storia. Gli autori si interrogano, inoltre, sulle ragioni di tali rappresentazioni, proponendo delle ipotesi di lettura del fenomeno radicate nelle teorie delle rappresentazioni sociali e della narrazione cinematografica come sense maker culturale, non tralasciando ulteriori riflessioni di natura autocritica circa le rappresentazioni sociali della psicologia e dei suoi operatori.