Il problema della “DOPPIA DIAGNOSI” ha evidenziato come gran parte delle cosiddette “ Patologie Sociali” da dipendenze patologiche (tossicodipendenze, alcolismo, disturbi del comportamento alimentare, etc.) avessero un disturbo psicopatologico preesistente, concomitante o susseguente ad esse.
Da ciò ne deriva l’importanza di una corretta diagnosi e di una risposta multimodale, integrata ed efficace al trattamento clinico e all’approccio terapeutico del problema. I programmi terapeutici di assistenza e di riabilitazione per i pazienti che presentano una “Doppia Diagnosi” non possono, quindi prescindere da una equipe di operatori e di professionisti formati nel loro ruolo specifico, di condivisione di progetti terapeutici concordati sia all’interno dell’equipe che con il paziente e i familiari, per eseguire un percorso comune che porti ad un miglioramento clinico della patologia del pz. (sia per la tossicodipendenza che per il disturbo psicopatologico). Necessaria, infine, ci sembra la motivazione del pz. ad entrare in trattamento ed accettare il programma terapeutico, ai fini di un graduale miglioramento relazionale, affettivo e per un reale cambiamento del suo stile di vita. Senza tali presupposti non è possibile avere risultati incoraggianti nell’ambito della “Doppia Diagnosi” .