La simulazione è dapprima considerata nei suoi aspetti etologici, di struttura comunicativa, adattivi e solo successivamente in quegli aspetti clinici che possono produrre differenti quadri di pertinenza psichiatrica.
Fa seguito la disamina dei riferimenti metodologici più attuali secondo i quali condurre un’analisi che distingua la simulazione da una serie di condizioni cliniche di natura patologica, ricercando oggettività e verificabilità attraverso teorie, modelli e criteri condivisi e validati. Infine sono esaminati in maggior dettaglio i
modelli e le tecniche proposte da Autori, principalmente anglosassoni, atti a permettere la differenziazione fra malattia e produzione intenzionale di sintomi fisici o psicologici falsi, adattati specificamente ad un caso reale di simulazione di psicosi.