Cruciale nella Teoria Mimetica di Girard è il concetto di desiderio mimetico, visto come mimesi di appropriazione, la fonte principale dell’aggressività e della violenza che caratterizza la nostra specie. Il valore intrinseco degli oggetti del nostro desiderio non è rilevante così come il fatto che gli oggetti stessi sono gli obiettivi del desiderio altrui. Si potrebbe obiettare in principio contro tale visione del genere umano così apparentemente negativa e unilaterale, in generale, e della mimesi, in particolare. Tuttavia, tale argomento traviserebbe il pensiero di Girard. Girard stesso ha riconosciuto che il desiderio mimetico è anche un bene in sé, perché è alla base dell’amore, e cosa ancora più importante
perché è il rivelarsi dell’individuo. Partendo dal concetto di desiderio come apertura agli altri discuterò, da un punto di vista neuroscientifico, le implicazioni per la cognizione sociale della mimesi sullo sfondo della Teoria Mimetica di Girard, un quadro di partenza ideale per favorire un approccio multidisciplinare allo studio dell’intersoggettività umana. Sarà postulato che una differente, non mutualmente esclusiva, lettura della mimesi conduce all’identificazione sociale e quindi alla socialità. La mimesi non è intrinsecamente buona o cattiva, ma ha le potenzialità per portare non solo alla violenza mimetica, ma anche agli aspetti più creativi della cognizione umana. I risultati della ricerca empirica nel campo
delle neuroscienze e della psicologia dell’età evolutiva mostrano che questa spiegazione della mimesi trova solide prove a sostegno. Concluderemo che una spiegazione approfondita e biologicamente plausibile dell’intersoggettività umana richiede l'integrazione di entrambe le facce della mimesi.
Keywords: René Girard; desiderio mimetico; simulazione incarnata; neuroni specchio.