Il carattere peculiare della creatività femminile per l’Autrice consiste nello sviluppo di quella forma di coscienza che Jung definisce "simbolica", dotata della capacità di cogliere la dimensione "inconoscibile" della realtà. Mentre la coscienza razionale, con cui la mente maschile si è prevalentemente identificata, definisce le cose a partire dalla percezione sensoriale e dall’attività di pensiero, separando il soggetto dall’oggetto della conoscenza, la coscienza simbolica formula immagini che racchiudono l’intima essenza del reale. Per Jung vedere le cose simbolicamente significa "gettare un velo sui fatti così come sono". Si tratta di un velo che non nasconde bensì rivela, perché ci libera dalla tentazione di far coincidere la realtà con la sua sembianza. La coscienza simbolica unisce non solo il conoscibile e l’inconoscibile, ma anche il conoscente e il conosciuto, il soggetto e l’oggetto, la conoscenza e la vita, orientandoci verso la creazione del nuovo. Essa è intimamente connessa alla spiritualità, intesa come processo che si dispiega a partire dalle polarità della psiche. Da questo punto di vista, la spiritualità non sarebbe negazione degli istinti e dei bisogni del corpo, ma un’attività ai confini della materia che ha origine in quello strato profondo della psiche che Jung definisce "psicoide". Alla dimensione spirituale appartengono i valori dell’armonia, della pace e del perdono che nascono dalla capacità di empatia peculiare della donna.
Keywords: Creatività, coscienza simbolica, donna, velo, perdono