Questo saggio si propone di analizzare criticamente l’istituto della "partecipazione" ai procedimenti amministrativi, così come viene proposta dalla cultura giuridica interna, cioè come una ventaglio di diritti e correlativi doveri della burocrazia, attribuiti per garantire imparzialità e trasparenza all’agire amministrativo. Attraverso l’analisi socio-giuridica, la partecipazione si manifesta ed articola in forme piuttosto eterogenee e dipendenti dalle caratteristiche dell’attività amministrativa; quest’ultima, a propria volta, varia in relazione del diverso atteggiarsi di alcune variabili fondamentali: autorità/libertà, discrezionalità/vincolatività. La critica sociologica e politologica permette l’emersione di un complesso legame tra partecipazione procedimentale ed assunzione di scelte pubbliche, tra la crisi della democrazia rappresentativa e l’affermarsi della democrazia deliberativa e pone in evidenza una serie di rischi e paradossi che attraversano trasversalmente tutte le forme partecipative. Il saggio si conclude con la proposta di individuare nel difensore civico (Ombudsman) un’istituzione di garanzia capace di ridurre i rischi della partecipazione e concorrere ad una effettiva democratizzazione della Pubblica Amministrazione, sapendo porsi come efficace contrappeso all’esercizio discrezionale dei poteri dei decisori pubblici o all’azione lobbistica e prevaricatrice dei poteri privati più "forti".
Keywords: Partecipazione e pubblica amministrazione, democrazia deliberativa, Difensore civico