Le elezioni regionali piemontesi del 2010 sono state portate all'attenzione della magistratura sotto diversi profili. Tra gli altri - meno noti, ma non meno importanti - quelli relativi alle posizioni di due consiglieri sottoposte al Tribunale di Torino a seguito di azioni popolari ai sensi della legge n. 108/1968. Sorprendentemente la stessa sezione del Tribunale, in composizione collegiale coincidente per due terzi (tra cui il presidente), ha dato a questioni analoghe, inerenti le diverse posizioni chiamate in causa, soluzioni radicalmente differenti, senza che di questo utilizzo ambivalente del diritto sia stata offerta alcuna motivazione. Difficile sottrarsi al dubbio che, in situazioni sensibili, anche per la giurisdizione i profili politici finiscano per prevalere su quelli giuridici.