L’etnografia e l’ermeneutica ci aiutano a pensare l’incontro clinico come un incontro tra culture. Da un lato, pensare l’altro in relazione alla sua cultura, cioè ad un orizzonte di significato fatta di credenze e valori, significa agganciarlo ad un orizzonte di senso, all’interno del quale i suo atti divengono intenzionali e significativi, quindi comprensibili. Dall’altro, l’anticipazione di senso che guida la nostra comprensione delle azioni altrui è determinata dalla nostra propria cultura. Ciò genera un noto paradosso: la comprensione dell’altro risulta innanzitutto e per lo più inscritta in un orizzonte di senso che all’altro è estraneo. Tuttavia, se questa comprensione dell’altro a partire dalla propria cultura viene messa in atto criticamente non è un impedimento, ma la "via regia" per l’incontro con l’altro, tramite la reciproca esplicitazione del proprio orizzonte di significato e quindi del senso attribuito alle azioni proprie ed altrui mediata da tale esplicitazione. In questa cornice epistemologica, il clinico è disposto a mettere in gioco il proprio orizzonte di significato nell’aprirsi ai significati dell’altro. In questa prospettiva la comprensione si compie in uno spazio dialogico e intersoggettivo.
Keywords: Cultura, mondo, altro, etnocentrismo critico, psicopatologia, ermeneutica