La condizione delle donne contemporanee è caratterizzata da profondi tratti di ambiguità, ancora più evidenti nei Paesi occidentali, laddove a fronte di progressi impensabili fino alla metà del secolo scorso, continuano a permanere disuguaglianze e discriminazioni difficilmente superabili. Perfino nelle società più avanzate, come i Paesi scandinavi, permangono inspiegabili divari tra uomini e donne e fenomeni quali il differenziale retributivo (pay gap), l’inferiore accesso delle donne alle posizioni apicali nei ruoli per cui non sono previste quote (segregazione verticale), la concentrazione delle lavoratrici nelle aree professionali meno redditizie (segregazione orizzontale), la sproporzionata presenza delle donne tra i lavoratori part-time e precari etc. In Italia questi fenomeni sono particolarmente evidenti. La situazione delle donne italiane è dunque estremamente complessa e ambivalente e, per essere adeguatamente rappresentata, richiede l’adozione di una pluralità di prospettive. In questo contributo se ne propongono tre: la prospettiva della consapevolezza critica dell’estensione del problema, volta a comprenderne la sistematicità; la prospettiva delle potenzialità del soggetto femminile nelle società contemporanee; la prospettiva della soggettività politica delle donne, quale strumento indispensabile per sostenere il processo di cambiamento.